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Grosseto: il recupero della Costa Concordia, parlano gli ingegneri

Si è svolta nella città maremmana la giornata nazionale organizzata dall'Ordine degli ingegneri

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GROSSETO - L'opera di ingegneria più complessa mai realizzata al mondo. E per celebrarla gli ingegneri di tutta Italia si sono ritrovati a Grosseto, sede della giornata di approfondimento organizzata dall'Ordine provinciale con il Consiglio nazionale sul tema “Le opere di ingegneria per il recupero della Concordia e la salvaguardia ambientale dell’Isola del Giglio”, moderata dal giornalista Guido Fiorini, autore con Angela Cipriano del libro “Le voci della Concordia”. Una giornata con tanti protagonisti: autorità locali e Protezione civile, Vigili del fuoco, Parco dell'arcipelago toscano, le imprese Neri e Micoperi, l'Università di Firenze e l'Osservatorio di monitoraggio. “Abbiamo voluto dare visibilità al buon lavoro degli ingegneri, spesso trascurato – ha detto Liciano Lotti, presidente dell'Ordine provinciale degli ingegneri di Grosseto – ma in realtà fondamentale nella vicenda della Costa Concordia. Hanno svolto un'opera originale, senza precedenti: era la prima volta, un'attività tutta da inventare. Ma non solo. Abbiamo dato spazio anche alle voci dei protagonisti: dagli abitanti dell'Isola del Giglio alla Protezione civile, dai Vigili del fuoco al Parco dell'arcipelago”. Sergio Ortelli, sindaco di Isola del Giglio, ha ricordato la notte del naufragio: “Il nostro Comune aveva rinnovato il Piano di protezione civile da appena sei mesi, ma l'ipotesi del naufragio non era contemplata. Abbiamo dovuto far fronte a un'emergenza non prevista. E l'esperienza è servita a tutti: adesso sappiamo cosa fare. Un ruolo importante l'ha avuto sicuramente la popolazione del Giglio, non come vittima del naufragio ma come protagonista dell'attività di protezione civile. Che cosa resta del naufragio? In questi anni il Giglio è stata l'isola più monitorata del mondo: attualmente è in corso una pulizia a tappeto, non resta che recuperare dai fondali tutto il materiale rimasto dalle operazioni di recupero. L'obiettivo è avere un'isola ancor più bella di prima. Sono molto ottimista per il futuro, anche se il turismo sconta la crisi, perché il Giglio è un luogo unico. Ed è giusto che i gigliesi continuino a ricordare: non solo il naufragio, ma anche come hanno saputo affrontarlo”. Nella memoria resterà anche un'eccezionale opera di ingegneria, le cui tappe sono state ripercorse daSilvio Bartolotti, amministratore delegato di Micoperi, l'impresa di Ravenna che ha curato il piano di recupero della Costa Concordia: “Non era il nostro lavoro: Micoperi ha abbandonato il recupero delle navi negli anni Cinquanta per dedicarsi all'off-shore petrolifero. Ero riluttante, avevo detto no, anche perché si trattava di avvicinarsi a una disgrazia. L'abbiamo fatto ma con l'unico intento di dare dignità al nostro Paese. Perché senza un'azienda italiana che si mettesse in gioco, rischiavamo di fare una figuraccia di fronte al mondo intero. Il nostro appalto ha vinto perché era l'unico progetto che poteva essere realizzato. Una delle opere di ingegneria più complesse mai studiate e realizzate al mondo. Un'opera straordinaria, affrontata sempre con la massima serenità. In pochi credevano che saremmo riusciti a portar via quella nave, ma non ho mai avuto il minimo dubbio sulla riuscita dell'operazione. La difficoltà più grande? La gestione dell'evento con l'esterno. Ma alla fine ce l'abbiamo fatta: sono contento di aver lavorato con una grande squadra, di aver conosciuto una persona eccezionale come il prefetto Gabrielli e di aver vissuto su quell'isola”. Un rapporto così stretto, quello con il Giglio, che continua ancora oggi. “L'obiettivo – ricorda Bartolotti – non era guadagnarci, ma valorizzare l'isola. E l'abbiamo fatto. Micoperi ha aggiustato il tetto di una chiesa a Giglio Porto, ha adottato una scuola. I frutti si vedono: c'erano 190 bambini, oggi ce ne sono 270. E' una scuola speciale: a quattro anni, oltre all'italiano, si studiano e si parlano tre lingue straniere. Assieme alla musica e allo sport. E costa la metà”. 

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