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Caos mini Imu, Bizzarri: "La colpa non è dei sindaci"

"I cittadini di Scarlino potranno comunque consolarsi con la mancata applicazione dell’IRPEF comunale"

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SCARLINO - “La materia fiscale è terreno difficile e sdrucciolevole – esordisce il Sindaco Bizzarri – e la politica italiana, da tempo, si è affidata alla demagogia.  Lo scarica barile va dunque di moda: nessuno vuole prendersi l’onere di tassare perché l’equivalenza è più tasse= meno voti. Bisogna però precisare che il cittadino non è contrario a pagare tasse a prescindere, vorrebbe solo veder corrispondere al carico fiscale l’efficienza dei servizi, una equità progressiva al reddito (chi più ha più paga) e una credibilità della classe politica. Queste tre condizioni però purtroppo difficilmente si realizzano in contemporanea, e per questo gli italiani sono stufi di pagare senza vedere un ritorno.
E mentre a Londra invece, indiscussa capitale dell’economia occidentale, si parla già di piccoli ritocchi alle regole economiche nel 2015, in Italia l’incertezza sulle norme fiscali regna sovrana: i nomi delle sigle di nuove imposte danno lo spunto a gag e post esilaranti su facebook, e il cittadino si muove, male, in una giungla di tariffe e balzelli ingiusti e insopportabili, senza vedere un disegno strutturale di riforma fiscale.
La vicenda mini-IMU è emblematica: dopo la danza IMU sì, IMU no, che ha mantenuto la scena per metà 2013, il solito compromesso all’italiana ci ha regalato questo strascico di tassazione a inizio 2014, e dopo una serie di rimbalzi nelle stanze romane la soluzione finale è stata quella già  sperimentata di dare l’onere del prelievo ai Comuni e quindi ai Sindaci: questi strani  cittadini che, non più primi, sono  ultimi e sfortunati! Per dovere di cronaca però è doveroso  ricordare che questa volta alcuni Sindaci non sono esenti da colpe,  infatti la mini-imu altro non è che il 40% della differenza da pagare fra la percentuale sulla prima casa all’aliquota base del 4xmille e quella effettivamente applicata dai Comuni se superiore al 4.
I Comuni cosiddetti “furbetti” infatti nel corso del 2013, quando cioè il Governo ha deciso di togliere l’IMU sulla prima casa e rimborsarla nei bilanci dei Comuni, hanno pensato bene di alzare l’aliquota base per guadagnare sulla differenza fra il gettito effettivo dell’anno precedente e il presunto rimborso statale dell’anno in corso.
Ma l’astuto Governo se n’è accorto e ha deciso di rimborsare solo il gettito sull’aliquota base del 4 per mille. I Comuni che invece non avevano fatto i furbetti ritoccando con aumenti nel 2013 hanno semplicemente stabilito fin dall’inizio l’aliquota sulla prima casa  pari al 4.5 per  mille. Questo è il caso di Scarlino per esempio. Avevamo stabilito l’aliquota superiore dello 0.5 rispetto alla base solo perché l’importo era analogo a quanto pagato con la vecchia aliquota ICI, permettendoci così di gravare meno sulle seconde case, nell’ottica di tendere e svilupparci ancor di più come comune  turistico.
Alla fine dei giochi invece il cittadino, per poche decine di euro, dovrà tornare dal commercialista o al Caf per rifare il conteggio da pagare entro venerdì 24 gennaio. Il Governo ha fatto una innegabile figuraccia spartita un po’ con i Comuni, visti come esattori finali e colpevoli. Concludendo, prima che la minoranza faccia l’ennesima interpellanza come paladina della popolazione, ho voluto chiarire le dinamiche dei fatti sottolineando che da parte dell’amministrazione non c’è stata nessuna furberia contabile.
I cittadini di Scarlino potranno almeno consolarsi col fatto che ad oggi la Giunta comunale non ha voluto applicare l’IRPEF comunale come molti altri municipi, che sono andati a pescare direttamente su stipendi e pensioni, con aliquote consistenti che vanno dallo 0.4 al 0.8 per cento, nella speranza di mantenere questa linea anche per il prossimo bilancio 2014 come importante obiettivo politico-amministrativo".
 
 
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