Genocidio armeno, Rossi: "Noi non dimentichiamo. Provo ribrezzo per le ipocrisie di Salvini"

A 100 anni dal massacro di un milione e mezzo di armeni, il presidente della Toscana considera vergognosa l'assenza italiana alle celebrazioni di Erevan

24/04/2015
Attualità
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FIRENZE - "Hitler nel 1939 citava il genocidio degli armeni come esempio istruttivo, che sarebbe stato dimenticato, come gli altri, perché: 'il mondo crede soltanto al successo'. Noi non dimentichiamo". Enrico Rossi, presidente della Toscana e candidato alla rielezione, ricorda così il genocidio degni armeni di 100 anni fa, quando i 'Giovani turchi' prelevarono e massacrarono 1,5 milioni di persone.

"Oggi 60 paesi saranno a Erevan per ricordare quella barbarie, tra questi non ci sarà l'Italia. Non riesco a capire – sottolinea Rossi – le ragioni dell'assenza e ne provo vergogna, come provo ribrezzo per le ipocrisie di Salvini che strumentalizza questa tragedia per le sue campagne xenofobe, ciniche e balorde, e non capisce o non vuol capire che gli 'armeni' di oggi sono le migliaia e migliaia di profughi che fuggono dalla guerra e dalle persecuzioni. I popoli marginali che lui vorrebbe radere al suolo con la ruspa".

"Questa disinvoltura – continua Rossi – è la nuova barbarie, il nuovo fascismo che sta ammalando e degradando la nostra vita pubblica. Oggi abbiamo il dovere di ricordare e onorare il popolo armeno e combattere contro l'odio e la paura".

Infine il presidente della Toscana rivolge un appello ai media italiani: "Non utilizzate più l'espressione 'Giovani turchi' per indicare una componente del Partito Democratico. I nomi sono la conseguenza delle cose, non si scherza con queste enormi tragedie".

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