Cgil, Cisl e Uil: nostra proposta dà soluzione concreta nelle condizioni date.

Redazione
03/08/2013
Associazioni
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 Grosseto: «Nella crisi sociale che sta attraversando il Paese – spiegano i responsabili Enti locali della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil, Fiacchi, Sbrilli e Sacchetti - il sindacato sta conducendo quotidianamente una battaglia di resistenza, che soprattutto adesso non è fatta solo di contrapposizione. Tanto più che la gravità della situazione ci consegna l’obbligo della proposta e non solo la “comodità” della protesta.

Una proposta non può non tener conto del contesto, e quando si parla della pubblica amministrazione anche delle norme che la regolano.
Con questa premessa, la proposta dei sindacati ha lo scopo di ridimensionare gli effetti che l’indirizzo inizialmente assunto dall’Amministrazione comunale avrebbe potuto produrre sul servizio e sul lavoro.
Le affermazioni del presidente di Legacoop sono ampiamente condivisibili rispetto al ruolo della cooperazione sociale nel nuovo welfare. Noi ci limitiamo ad aggiungere che la proposta iniziale dell’Amministrazione avrebbe portato a una gara europea a cui avrebbero avuto accesso non solo le cooperative sociali, ma anche le fondazioni private che in alcuni casi certo non brillano per l’adozione di contratti di lavoro dignitosi, l’investimento sulla sicurezza né quello sulla qualità del servizio. Va infatti tenuto presente che in questi servizi non c’è obbligo di applicare i contratti di settore, e che le riforme dei governi Berlusconi e Monti non hanno lasciato alle Amministrazioni locali molti strumenti di controllo una volta aggiudicato il servizio.
Non a caso è aperta una discussione nazionale sulla concorrenza sleale e il dumping contrattuale che questi soggetti mettono quotidianamente in campo sulla pelle dei lavoratori e dei bambini.
La nostra proposta, che fa i conti con le condizioni date e non col mondo che ci piacerebbe, salva capra e cavoli: tiene conto dell’impossibilità per l’Ente, stabilita da una legge dello Stato, di assumere personale al momento dell’apertura delle scuole; limitando il tempo di affidamento del servizio, potrà consentire, al variare delle condizioni economiche dell’ente e auspicabilmente della normativa, di ricominciare ad assumere il personale precario; evita il rischio immediato di privatizzazioni definitive e selvagge, e, rimanendo sotto la soglia economica che imporrebbe una gara europea, può consentire l’affidamento a soggetti in grado di garantire qualità del servizio, lavoro dignitoso e la possibilità di continuità lavorativa anche per i precari.
Vorremmo che non sfuggisse a nessuno che l’aver limitato a un solo plesso l’affidamento all’esterno, concretamente significa maggiore spazio lavorativo per i precari e quindi per loro un risultato effettivo.
Se vi fossero aspetti non compresi, invitiamo tutti i consiglieri, compresi quelli del M5S, a un confronto sereno e chiarificatore.
Esternazioni false, strumentali e populiste, fatte nascondendosi dietro ai lavoratori più deboli che stiamo facendo il possibile per tutelare, alimentano un’inutile clima di contrapposizione sociale e buttano benzina sul fuoco di una polemica inutile e dannosa.
È facile stare sull’albero a cantare. Più difficile è dover trovare nel quotidiano risposte possibili a situazioni drammatiche. Ne sa qualcosa il sindaco di Parma, Pizzarotti, che, confrontandosi con le difficoltà reali, sta realizzando un millesimo di quanto promesso in campagna elettorale».

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