Quello dei cinici è uno stile di vita che fornisce gli spunti di riflessione utili nel caso si voglia tornare ad una vita semplice, parca, meno dispendiosa e con meno schiavitù, anche se a scapito di alcune comodità, dopotutto superflue.
Esistono varie teorie relative all'origine del nome, che alla fine si riducono solo al fatto che i cinici professavano una vita randagia e autonoma, indifferente ai bisogni e alle passioni, fedeli solo al rigore morale.
L'interesse della scuola (dei cinici) fu prevalentemente etico, e il concetto di "virtù" assunse un nuovo significato in una vita vissuta secondo natura; l'ideale era l'autosufficienza (l'autosufficienza del saggio, condotta fino all'assoluta indipendenza dal mondo esterno, secondo il termine greco 'autàrkeia', ovvero autarchia, capacità di detenere il totale controllo su se stesso).
La tesi fondamentale di questa corrente di pensiero è la ricerca della felicità come unico fine dell'uomo; una felicità che è una virtù, e al di fuori di essa sussiste un disprezzo per ogni cosa che richiama comodità e agi materiali effimeri. I cinici erano famosi per la loro eccentricità e disobbedienza alle regole sociali impostegli (mentre invece ai nostri giorni chi non si conforma agli schemi che la società impone, viene subito etichettato come maleducato, incivile, caratterialmente strano o addirittura matto).
Riguardo ad un cinismo contemporaneo non può evitare di menzionare una citazione di Oscar Wilde:
«Il cinismo è l'arte di vedere le cose come sono, non come dovrebbero essere.»
(Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray).
Un cinico può avere una generale mancanza di fede o di speranza nella specie umana o nelle persone che sono motivate dall'ambizione, dal desiderio, dall'avidità, dalla gratificazione personale, dal materialismo e tutti gli obiettivi e le opinioni che un cinico percepisce come vane, impossibili, o in ultima analisi prive di significato e pertanto meritevoli di ridicolo o di ammonimento.
La misantropia, la rudezza e il disprezzo delle convenzioni di alcuni "cinici" moderni li avvicinanano ad alcuni comportamenti di antichi cinici come Antistene e Diogene di Sinope, noti per essere diretti e talvolta poco cortesi. Perciò riferendoci a quest'ultima affermazione non si può avanzare la certezza che chi non usa la diplomazia per affermare le proprie idee, in favore di una illustrazione di esse in maniera cruda e diretta, sia un individuo poco arguto, in quanto può essere che lui disprezzi la diplomazia preferendo la dura e sincera schiettezza.
Dopo una descrizione generale degli aspetti fondamentali di questa corrente filosofica, vediamo come essa si tradurrebbe nella visione di molte delle comodità moderne di oggigiorno, cercando di trovare il giusto compromesso tra la totale rinuncia e l'eccessivo ricorso ad esse.
Come inizio analizzeremo l’uso degli elettrodomestici sotto una visione cinica:
-La lavatrice: È indubbia la sua comodità quando ci sia da procedere al lavaggio di indumenti o tessuti di grandi dimensioni (tipo lenzuola, coperte, grandi abiti, ecc.) oppure nel caso si vogliano lavare tessuti ad alte temperature, nel quale caso si dovrebbe prima scaldare l’acqua, poi versarla nella vasca dove lavare, poi utilizzare dei guanti per non ustionarsi le mani, ecc. Tuttavia penso non sia concepibile il suo uso per lavare boxer, magliette, stracci per pulire, piccoli asciugamani e simili, dato un consumo di energia elettrica e acqua eccessivamente immotivato, che potrebbe essere evitato con semplice lavaggio a mano.
Oltre a questo, non si può evitare di dire che sempre meno persone, sanno da che parte cominciare per lavare un semplice paio di mutande (dato che le nuove generazioni non conoscono il lavaggio ‘a mano’) oppure che si è inevitabilmente impossibilitati a lavare nel caso di guasto del nostro elettrodomestico fino all’arrivo del riparatore.
-La lavastoviglie: stesse identiche considerazioni della lavatrice.
-I sistemi di riscaldamento: Non si può negarne l’utilità in caso di temperature eccessivamente rigide, ma non è nemmeno ammissibile il loro utilizzo non appena la temperatura si abbassa di due gradi rispetto a quella estiva, oppure si preferisce accenderlo piuttosto che mettersi un maglione in più… In questo caso, oltre alla precoce usura dei componenti unita a spese per la riparazione, si aggiunge anche il consumo inutile di energia, e l’inquinamento atmosferico (responsabile dei cambiamenti climatici). Però a questi si aggiunge ancora un’altra cosa: La sempre maggiore necessità per il corpo di stare ‘al caldo’, dato che ha disimparato come riscaldarsi autonomamente, principalmente attraverso la circolazione sanguigna, giacché che la nostra ‘pompa di calore’ interna (il cuore) si è ‘rammollito, porta il corpo ad essere estremamente suscettibile alle variazioni di temperatura esterne. Conseguentemente la società non ci insegna come rafforzare il nostro corpo e le nostre difese, ma ci fornisce dei semplici ‘rattoppi’ per il problemi, quali medicinali e vaccini che renderanno sempre più debole il nostro organismo.
La lista degli elettrodomestici inutili, che ci portano a consumare più energia del necessario, a renderci sempre più dipendenti dalle macchine (e da chi li ripara) e che inevitabilmente portano al disapprendimento di comuni operazioni quotidiane sarebbe lunghissima, ma ci porta ad una semplice domanda: Non sarà il caso di correggere molte nostre abitudini che ci stanno rendendo deboli, dipendenti dalle macchine e schiavi di cose superflue?