GROSSETO - “Il volontariato e lo spirito di servizio sono stati gli aspetti che hanno sempre caratterizzato le associazioni sportive grossetane. Sono queste realtà che spesso hanno garantito, a loro spese e con il loro impegno, quei servizi che dovevano essere a carico delle istituzioni. Anche per questo motivo, per sostenere le ASD che ne hanno bisogno, il Comune potrebbe riservare loro la disponibilità, ovviamente a pagamento, degli impianti pubblici per alcune ore settimanali”.
Questa la proposta che arriva da Fare Grosseto, che precisa: “In un momento di grave difficoltà economica come questo, è necessario ricercare efficienza e risparmio nella gestione della spesa pubblica ed è giusto che l'amministrazione esegua i necessari controlli. Fatto è che le gestioni delle associazioni sportive sono senza scopo di lucro e i loro bilanci devono essere approvati in assemblea pubblica. Le quote annue che vengono pagate per i corsi di avviamento allo sport non sono 700 - 800 euro, come è stato asserito dal consigliere PD D'Alise. Le quote generalmente (nel calcio) sono comprese dai 200 euro ad un massimo di 300 euro. Sono anche riconosciute agevolazioni alle famiglie numerose e a coloro che hanno più bambini iscritti. E quando le situazioni di disagio economico sono evidenti, si prevede la gratuità”.
Ogni bambino ha diritto di giocare e praticare uno sport (rispettando la carta dei diritti del CONI). Inoltre il numero degli allenatori deve essere proporzionale a quello dei bambini ed i gruppi non possono essere superiori alle 10 unità per i più piccoli e alle 14 unità per i più grandi.
“Le spese che sostiene una ASD sono tante, per l'abbigliamento e le attrezzature, per la Federazione (la FIGC quest'anno ha raddoppiato il costo per il costo del tesseramento da 10 a 20 euro), per gli arbitri, per gli allenatori, per le visite mediche, per la gestione commerciale dell'associazione, per gli impianti – rimarcano dall'associazione -. La Federazione Calcio consente di giocare soltanto in campi omologati, che sono pochissimi in città. Succede così spesso che molte partite vengono giocate, con disagio, nei paesi e nelle frazioni della provincia, pagando ogni volta da 80 a 100 euro”.
Secondo l'associazione, invece, ci sarebbero tanti campi idonei a Grosseto che non sono omologati ma che hanno, per i servizi e per la sicurezza, requisiti di gran lunga superiori ad altri dove si gioca attualmente.
Per venire incontro alle esigenze delle società sportive, ma anche dei bambini che praticano calcio, Fare Grosseto chiede all'amministrazione di fare tutte le verifiche necessarie e di provvedere, dove possibile, a conseguire le omologazioni.