FIRENZE - Riportiamo la sintesi dell’intervento in aula del Consigliere regionale del Nuovo Centrodestra Andrea Agresti (Vicepresidente Commissione Ambiente e Territorio) sul piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati.
"Con questo Piano siamo dinanzi a una svolta importante per quanto riguarda la gestione dei rifiuti nella nostra regione: con esso si tenta di rendere più ordinata una materia scottante rispetto alle tante ombre che ci sono state finora sulla questione rifiuti. Il Piano dunque è complessivamente positivo.
Tuttavia resta ancora qualcosa da fare per renderlo migliore e soprattutto meno costoso per il cittadino. Certi parametri fissati in questo documento, infatti, possono determinare il non raggiungimento di questi obiettivi perché superano addirittura i parametri comunitari. Il fatto in sé è di certo meritevole, ma la Toscana oggi è indietro, molto indietro. Non vorremmo che certi obiettivi fossero dati solo per far apparire Regione Toscana come la prima della classe rispetto al fatto che noi andiamo a raccogliere il 70% di differenziata, mentre nei fatti ci sono però province che finora hanno raggiunto appena il 29%. Qui siamo a livello di insegnanti di sostegno, con molti comuni che hanno bisogno di esser tenuti per mano dalla Regione. Altrimenti poi i costi gravano sui cittadini che pagano le ecotasse per non aver raggiunto quegli obiettivi. Insomma, soprattutto in un momento di crisi economica è giusto razionalizzare; l’obiettivo principale, la tensione, deve tuttavia esser a non gravare ulteriormente sui cittadini. Noi questi parametri così ambiziosi li abbiamo criticati anche in commissione, e sosteniamo che conveniva rimanere negli stessi parametri di tutti".
"Il discorso vale anche per quanto riguarda il recupero, in cui la nostra regione è debole mentre ci si pone un obiettivo azzardato. Certo, poi, che gli obiettivi devono essere alti ma al momento il materiale da recuperare è spesso fermo in discarica. Allora: anche quello del recupero deve essere un percorso accompagnato sia quanto a strutture che quanto a normative. Se non si crea questa filiera la vedo dura con l’orientamento delle scelte, dato che la lavorazione di altre materie è più economica rispetto al materiale riciclato. Serve sostegno. Idem per quanto riguarda gli impianti, il cui obiettivo numerico va a mio avviso reinquadrato: il Piano prevede infatti 4 termovalorizzatori per tutta la Toscana. Peccato che solo nell’Ato Sud ce ne siano tre. Come si conciliano realtà e programmazione? Tutto questo un problema lo crea e va chiarito, anche perché la sensibilità dei cittadini sulla materia è comprensibilmente alta. C’è poi la questione dei rifiuti speciali, in gran parte provenienti da materiali di imballaggio. A livello normativo, sia nazionale che regionale, non si fa niente che possa limitarne la produzione, e la quantità diventa esorbitante. Pensiamo a una semplice merendina per bambini: ha tre involucri, prima di arrivare a dare il morso. Qualcosa non torna. Servono norme che portino a fare meno imballaggi e quindi meno rifiuti".
"Infine, una questione di metodo: la giunta è solita concertare i piani all’esterno e poi però presentarli con un prendere o lasciare, senza che nessuno possa dare il proprio contributo. Invece sono emerse osservazioni importanti da parte di imprese e Cispel, e queste non sono state minimamente affrontate. Valutiamole! Bisogna essere aperti al confronto. Io la verità in tasca non ce l’ho, ma nemmeno la giunta però. Siccome noi rappresentiamo i cittadini, bisogna dar loro ascolto; ne va del bene comune. Da qui la nostra raccomandazione rispetto alla recezione di opportunità per modificare, senza stravolgerlo, questo Piano nella fase che va da qui all’approvazione. Per oggi il gruppo del Nuovo Centrodestra si esprimerà con una astensione ‘di incoraggiamento’".