Sindaco Bonifazi: “No al trasferimento del Ce.Mi.Vet”

“Scelta priva di senso sia economicamente che in termini di principio”

09/06/2014
Attualità
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GROSSETO - “L'allevamento e la cura dei cavalli del Ce.Mi.Vet (Centro Militare Veterinario) non può essere trasferito presso il Centro Militare di Equitazione Scuola di Cavalleria di Montelibretti, in provincia di Roma.

Trovo questa decisione inspiegabile sotto ogni punto di vista. Perché se l'Esecutivo e la Difesa avessero deciso che il cavallo non va più allevato in Italia, allora si trattrebbe di una svolta radicale difficile da smontare ma, se così non è, il cavallo deve continuare ad essere allevato a Grosseto.
Un trasferimento del genere non avrebbe dunque alcun senso, né dal punto di vista finanziario né in termini di principio, ponendo infatti in essere la rimozione da questo territorio di una vera e propria eccellenza che esiste dalla seconda metà del XIX secolo e che è cresciuta di importanza negli anni fino a diventare il centro di riferimento nazionale per l'addestramento dei cavalli dell'Esercito e, dal 2002, anche dei cani.  Insomma, la Marema è decisamente la “terra dei cavalli” e non si capisce per quale motivo si dovrebbe abbandonare un'area di questo pregio sia dal punto di vista storico che naturalistico. Certo la scusa della “spending review” non regge: lo spostamento del centro cavalli lascerebbe infatti inutilizzati pascoli e spazi particolarmente idonei, causerebbe l'interruzione dell'apprezzata attività anche nel campo dell'ippoterapia oltre, naturalmente, a portare all'abbandono di strutture veterinarie, scuderie specializzate e mezzi che non sono trasferibili, oltre che di edifici di un certo pregio storico e architettonico.Per non parlare della necessaria e costosa opera di ristrutturazione cui dovrebbe essere sottoposto il sito di Montelibretti, dove i cavalli arrivano oggi solo dopo i tre anni di addestramento nel capoluogo maremmano. Evidente lo spreco di denaro pubblico che si verrebbe a registrare.
Come Amminisrazione ci siamo mossi con decisione. Ho scritto una lettera alle massime autorità (Ministro e Presidente del Consiglio) e spero di essere stato ascoltato. A darmi una speranza è la notizia che, nel prossimo luglio, verrà in visita nella nostra città il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti. A lei ho già esposto, con un'apposita nota e personalmente, la netta contrarietà della città e della Maremma intera a quella che non può che definirsi un'altra scelta arbitraria ai danni del nostro territorio, cancellando una storia lunga più di 150 anni per il CeMiVet e una realtà di riferimento nazionale anche nel caso del Parco Artiglieria lungo la via Senese, nella caserma Barbetti.
In quest'ultimo caso mi riferisco anche al ventilato smantellamento del Deposito artiglieria (ex Ansaldo); si tratta di una grande area militare a ridosso della città (15 ettari, 1,7 km di perimetro, 3 ettari per oltre 30 strutture) che ospita un presidio di supporto logistico e di rifornimento unico in Italia e posto anche in una posizione strategica e centrale nella nostra penisola.
Certo quello che accadrà in quell'area, a poca distanza dal centro storico, è comunque importante anche da un punto di vista urbanistico, con la possibilità di cessioni parziali o totali e di valorizzazione complessiva. Anche nell'incontro che a suo tempo avemmo, insieme al Dirigente del nostro settore per la Gestione del territorio, con lo Stato Maggiore dell'Esercito (SME) rappresentammo la nostra disponibilità a modificare lo strumento urbanistico per poter recuperare, riqualificare e riconvertire gli importanti volumi esistenti. Ma non venimmo ascoltati e non arrivò nessuna risposta. La nostra disponibilità è comunque sempre presente e, se sono cambiate le condizioni, si può parlare anche di modifiche al RUC vigente.
Noi vogliamo conservare la presenza del Ce.Mi.Vet e capire il destino del Deposito Artiglieria. Grosseto è il centro nazionale di queste realtà e credo che qualunque  ipotesi di cancellazione immotivata non possa prescindere da un confronto con il territorio. Sono certo della sensibilità già mostrata dal Ministro Pinotti e credo che a nessuno interessi buttare soldi pubblici e contemporaneamente ferire la storia e l'identità cittadina”.

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