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Quanti sono i comuni che hanno disciplinato gli orari delle slot e delle VLT?

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In una ulteriore attesa tra la proposta del Governo e la risposta degli Enti Locali che non lascia prevedere nulla di buono e di positivo dopo l'ultima Conferenza Unificata che ha trattato anche il tema dei migliori bonus casino, poiché i “numeri” sottoposti dall'Esecutivo non sembrano essere sufficienti, “ci piace” far conoscere, a chi ancora ci legge, la “quantità” dei Comuni che ad oggi hanno disciplinato “a loro modo e per il loro territorio” gli orari di accensione e spegnimento delle apparecchiature da intrattenimento, che siano slot machine oppure Vlt. Questi dati sono stati forniti dalla Asl To3 e riguardano la legge piemontese ed i comuni di questa area.

40 comuni su 109 (una bella percentuale, quindi) hanno emesso ordinanze od approvato regolamenti restrittivi attuando la Legge Regionale del Piemonte sul gioco del 2 maggio 2016 che prevede, tra l'altro, anche limitazioni “temporali” all'esercizio delle attività ludiche. Questi dati emergono da una nota dell'Asl To3 di Torino il cui dipartimento “Patologia delle dipendenze” sta svolgendo un importante ruolo di coordinamento e consulenza, fornendo a tutti i Comuni una bozza di ordinanza, una nota tecnica sulle modalità di funzionamento delle sale giochi ed ha anche organizzato seminari formativi per gli amministratori e tecnici comunali per metterli in condizione di affrontare le proprie decisioni con maggior coscienza e responsabilità della specifica materia (che non è delle più facili da affrontare).

I 40 comuni che sono già “provvisti” di una normativa aggiornata constano di una popolazione residente di circa 453mila abitanti e questo significa che, oggi, oltre i tre quarti della popolazione della zona hanno un'offerta di gioco d'azzardo a mezzo delle apparecchiature da intrattenimento, assai ridotta.

Alcuni comuni, come Rivoli, Piossasco, Rivalta Torinese, Beinasco, Torre Pellice e Luserna San Giovanni avevano già provveduto ad adottare provvedimenti restrittivi prima dell'entrata in vigore della Legge Regionale: gli altri 34 Comuni che hanno emesso le ordinanze dopo il maggio 2016 hanno adottato come orario di funzionamento degli apparecchi dalle 14 alle 18 e dalle 20 alle 24 così come suggerito dal dipartimento Asl To3, quindi otto ore giornaliere che già sono “pochine” per supportare i costi (alti) di chi detiene questo tipo di apparecchiature.

Come per la maggior parte dei Comuni che intraprendono la strada della ”restrizione” oraria, anche i Comuni del torinese hanno imboccato questo percorso per la protezione delle fasce di popolazione a maggior rischio, nonché la protezione dei giocatori che già hanno subito il “tocco” del gioco problematico. Praticamente, spegnendo le slot e le Vlt nelle ore del mattino impedisce l'accesso agli anziani che per lo più escono e sbrigano le loro commissione proprio in quella parte di giornata. Poi l'ingresso e l'uscita dalle scuole disincentiva la “rincorsa al gioco ed ai casino online” tipica del giocatore problematico che ha perso magari il giorno prima e “vuole rifarsi il prima possibile”.

 

Ma sopratutto, chiudere le sale in determinati orari e quindi frapporre un intervallo di tempo, aiuta il giocatore a mettersi in contatto con la realtà ed a riflettere sull'illusione di rincorrere una rivincita con la Dea Bendata perché questa, quasi sempre non guarda dalla parte che il giocatore vorrebbe: questo è l'intendimento dei Comuni del torinese che applicando queste ordinanze orarie pensano di risolvere la problematica del gioco problematico e compulsivo. Questa, d'altra parte è la motivazione primaria che muove le amministrazioni della nostra Penisola ad intervenire per calmierare il fenomeno del gioco e la sua esponenziale distribuzione. Sempre in attesa che la Conferenza Unificata “faccia qualcosa”, un qualcosa che, ma speriamo che non succeda, non sembra proprio essere a portata di mano.

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