Grosseto: Nel tardo pomeriggio di ieri presso lo stabilimento balneare attrezzato Tangram in Viale Italia a Follonica si è tenuta la presentazione del libro VADO A VIVERE IN CAMPAGNA, nell'occasione è avvenuto l'incontro con l'autore Simone Giusti, perito agrario dedito alla letteratura e profondo conoscitore del mondo agricolo in evoluzione.
Preceduto da una breve introduzione di Francesco Quatraro, editore della effequ edizioni ha poi ceduto la parola al Giusti che ha illustrato il perchè è stato portato a scrivere su un argomento che egli stesso definisce di valore "educativo/sociale", la desiderabilità o meno di un lavoro agricolo è secondo l'autore uno dei nessi per cui nel nostro paese e in particolar modo nella maremma toscana si è avuto un netto abbandono nel corso degli anni delle campagne lasciando il posto ad un agricoltura di stampo "quasi industriale" con manodopera e mezzi usati come in una catena di montaggio.
Simone Giusti crede in un nuovo sviluppo della campagna attraverso un'immagine diversa, facendola raccontare da chi la vive e abbia la cultura per farlo, a parere suo la chiave per un futuro prossimo vivibile e sostenibile, come si capisce dalle parole che ci ha confidato:
Daniele: Simone quale è la situazione degli orti cittadini in Italia?
Simone: ci sono molte realtà differenti tra loro, un grande movimento di rinascita su queste pratiche a partire dal basso nelle grandi città , nelle metropoli sopratutto del centro-nord, queste nuove pratiche stanno cambiando l'agricoltura e stanno dando una lezione di vita a chi si occupa della stessa in maniera professionale.
D: quali sono i maggiori ostacoli per gli orti cittadini nel nostro paese?
S: principalmente ostacoli di origine burocratica, anche se credo che il maggiore ostacolo sia di origine culturale, molte persone credono che soltanto chi ha un estrazione "contadina" possa intraprendere un percorso del genere, il pericolo è che si abbia orti destinati soltanto a pensionati che integrano il proprio reddito, la cosa interessante è partire dai bambini, incominciare a costruire una nuova e diversa via della coltivazione per gli orti.
D: hai avuto modo di vedere altre realtà legate agli altri paesi europei, dove secondo te questo sviluppo è tenuto più in considerazione?
S: ci sono realtà molto differenti, per gli orti urbani a Parigi si sta facendo una grande operazione e come da tradizione francese diretta dall'alto con una forte regia istituzionale, luoghi di forte aggregazione e testimonial di una vita in campagna, l'Olanda invece è molto avanti per le fattorie sociali, utilizzo del lavoro agricolo e della vita in campagna come luogo di riabilitazione e coesione sociale.
D: tra gli orti cittadini e le fattorie sociali secondo te quale dei due progetti avrebbe più fortuna ad attecchire in Italia?
S: stanno attecchendo entrambe, l'esempio di fattoria sociale più importante in Italia l'ho trovato visitando l'ex manicomio criminale di Aversa in provincia di Caserta dove la fattoria "Fuori di zucca" fa riabilitazione ad ex tossicodipendenti attraverso l'agricoltura e insieme ad altre cooperative gestisce la "nuova cooperazione organizzata" con l'intera filiera attraverso l'iniziativa "facciamo un pacco alla camorra", per quel che riguarda gli orti sociali da Torino a Bologna passando per Roma ci sono realtà interessanti che hanno qualcosa di nuovo rispetto all'orto dedicato all'anziano, la capacità di usare le nuove tecnologie per cambiare in modo educativo l'atteggiamento delle persone nei confronti dello stesso.
D: a proposito di tecnologie, il mondo agricolo è colpito in maniera pesante dagli OGM, c'è il pericolo che anche le semine destinate all'agricoltura cittadina siano geneticamente modificate?
S: il pericolo c'è, anche perchè ci vuole un livello di attenzione e capacità di condividere semine e pratiche ma sto trovando in Italia grande consapevolezza di questo, in questi giorni nel salento un festival della realtà agricola organizzato da una comune dove si fanno seminari e scambi proprio su queste pratiche.
D: grazie Simone e un grande augurio per il libro.
S: grazie e grazie a voi tutti per l'attenzione.
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