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Associazione Terramare: "Il fiume Ombrone deve essere vissuto"

Per ridurre il dissesto idrogeologico e mettere in sicurezza il territorio occorre una programmazione di interventi per valorizzare il fiume Ombrone e renderlo sicuro

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GROSSETO - Messa in sicurezza e rilancio del bacino del fiume Ombrone attraverso una condivisione di tutti i territori interessati, prendendo spunto da buone pratiche lanciate in altri contesti, dove si è avviato un “Contratto di fiume”, ossia uno strumento di programmazione e pianificazione strategica per la riqualificazione dei bacini fluviali: questa l’idea maturata dall’Associazione Terramare alla luce del workshop formativo organizzato il 1 dicembre dall’URBAT a Firenze assieme al Coordinamento Nazionale dei contratti di Fiume.

Al Workshop, dove erano presenti i rappresentanti del CIRF, della Protezione Civile Nazionale, Consorzi Bonifica, Legambiente e alcuni sindaci della Toscana, l’associazione Terramare ha partecipato in rappresentanza della Uisp portando con sé un bagaglio di progettualità maturate nel territorio della provincia di Grosseto.

“Per cominciare ad affrontare seriamente i temi del dissesto idrogeologico, afferma Maurizio Zaccherotti – presidente Associazione Terramare e coordinatore area Acquaviva Uisp - occorre superare la logica dell'emergenza promuovendo nuove sensibilità ed azioni di cura e tutela dei beni comuni ambientali e terrritoriali. Anche lo sport per tutti può farsi strumento consapevole di attenzione all'ambiente, al territorio ed ai suoi luoghi”.

L'associazionismo sportivo Uisp, rappresentato in questo caso dall’Associazione Terramare, può farsi soggetto portatore di proposte volte a recuperare l'antico legame dei fiumi con il contesto ripario e vallivo, condividendo conoscenze e saperi con gli altri attori del territorio (cittadini, associazioni, imprenditori, enti locali ed istituzionali, comunità scientifica) e partecipare alla costruzione di nuovi scenari progettuali attraverso patti territoriali come ad esempio il contratto di fiume.

“Nelle esperienze dei praticanti gli sport di discesa fluviale - prosegue Zaccherotti - è particolarmente sentita la percezione del fiume come un organismo funzionale agli equilibri ecosistemici del territorio. L'eccessivo sfruttamento dell'acqua sia come risorsa energetica sia come elemento indispensabile per l’agricoltura e l’industria, stà portando alla progressiva mutazione del comportamento del fiume nelle varie stagioni. Se a questo si includono le operazioni di disbosco a monte, l’abbattimento della vegetazione riparia e la cementificazione nei tratti di maggior pregio naturalistico, il risultato è inevitabile: un fiume Ombrone sempre più secco in estate e pericoloso in autunno inverno, praticamente un elemento estraneo al territorio che non può essere vissuto ma solo temuto”.

L’associazione Terramare sostiene che il fiume Ombrone (uno dei fiumi individuati dalla Regione e Ministero come prioritari da gestire) torni ad essere meta di frequentazione quotidiana, luogo da vivere e condividere, sfruttandone tutte le sue potenzialità.

Per esempio, partendo dal Comune di Grosseto, sarebbe utile che l’Amministrazione stessa assieme al Consorzio Bonifica agli enti preposti, alle associazioni, etc, portassero avanti quello che nel 2008 fu proposto nella Circoscrizione di Istia durante i tavoli di partecipazione, dove il tema del “rapporto con il fiume” era ed è ancora particolarmente sentito. La proposta presentata dagli abitanti di Istia e dai soggetti interessati, ancora oggi presente agli atti del R.U. è:

- Recuperare il rapporto con il Fiume attraverso la riqualificazione e riattivazione del centro di canottaggio, una bella struttura con annessi impianti sportivi, oggi in disuso. Questo centro non è importante tanto in se, quanto come punto di contatto con il fiume. 20 anni fa si faceva anche un palio sul fiume, ma oggi in questa zona c’è poca acqua.
- Rendere accessibile la passeggiata lungo l’argine fino al complesso di Ponte Tura, imponente infrastruttura idraulica da dove parte il canale Diversivo.

In relazione a quanto sopra l’Associazione Terramare si sta adoperando per avviare quanto prima assieme ai soggetti più sensibili come ad esempio Legambiente un gruppo di lavoro per proporre il “Contratto di Fiume” come strumento partecipativo utile per rilanciare il Fiume Ombrone mettendo a sistema le varie progettualità.

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