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Regolamento sagre a Gavorrano: Confcommercio è "parzialmente soddisfatta

L'associazione lancia altre proposte per arginare la "concorrenza sleale" che estenderà a tutto il territorio provinciale

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GAVORRANO - Confcommercio Grosseto esprime parziale soddisfazione sul regolamento sagre approvato dal comune di Gavorrano. "Lo consideriamo come un buon inizio, e ringraziamo l'attuale amministrazione – spiega il direttore Ascom Paolo Coli - per aver proseguito il lavoro avviato dalla nostra associazione insieme al Commissario ed anche per aver recepito molte delle nostre osservazioni. Ma è anche vero che, di fronte ad una situazione così difficile per le nostre imprese, si deve e si può fare di meglio".
Non si mette in discussione l'importanza dell'associazionismo, ma, secondo Confcommercio, non si può neanche assistere a così tanti giorni "di ristorazione parallela".
"Per questo motivo chiediamo che la durata massima di ciascun evento – continua Danilo Ceccarelli, presidente provinciale Fipe (Federazione Pubblici Esercizi) - sia portata da otto a sette giorni, così da evitare il coinvolgimento di due fine settimana".
Inoltre, c'è un altro importante aspetto che Ascom ha posto all'attenzione dell'amministrazione comunale: riguarda l'applicazione della tariffa Tari.
In ambito comunale le associazioni ed i circoli pagano 1,84 euro al metro quadrato, rispetto ad un ristorante che paga ben 15,79 euro al mq.
"Chiediamo che anche alle associazioni, sempre relativamente all'attività di somministrazione - continuano da Ascom Grosseto - venga applicata una tariffa giornaliera in base al numero di giorni e alla superficie effettivamente occupata nello svolgimento di questa specifica attività. Una richiesta più che lecita, sulla quale vorremmo un impegno preciso da parte dell'Amministrazione, e che estenderemo a tutti i comuni della provincia".
Un capitolo a parte riguarda i circoli: nei comuni di Scarlino e Gavorrano ne esistono moltissimi, e molti, come censito dall'associazione di categoria, effettuano ristorazione.
"Tutto in regola fintanto che si parla di ristorazione ai soci - precisa Coli - Ma sappiamo perfettamente che in molti di questi circoli può mangiare chiunque si presenti, tessera o non tessera, e questo si chiama concorrenza sleale. Anche in questo caso la Tari deve essere rimodulata sulla base del principio del 'chi più inquina più paga', così da consentire una più equa redistribuzione del costo generale del servizio. Inoltre torniamo a chiedere alle amministrazioni comunali della provincia, ancora una volta, di verificare e monitorare la corretta attività dei circoli del territorio e di avere il coraggio di intervenire laddove tale correttezza viene bypassata".
L'associazione, insomma, non molla e prosegue nella sua pressante azione a difesa dell'imprenditoria locale. "Torniamo a chiedere con forza – conclude Ceccarelli - stessi doveri e stessi diritti per tutti".

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