GROSSETO - Alle undici di mattina di martedi 24 Febbraio, ci ritroviamo in una strapiena aula magna dell'università di Grosseto dove, oltre agli appassionati di letteratura e ai vari fan di Emilie Nothomb, anche alcune scolaresche accompagnate dai rispettivi insegnanti, attendono l'arrivo della scrittrice belga che si offrirà di ripondere ad alcune domande del pubblico.
Ed ecco dunque che arriva, con qualche minuto di ritardo, la donna: incedere sicuro ed altero, passi lunghi come falcate di diva contenuta, alone di teatralità non troppo glamour, personaggio dal look vagamente dark, cappotto tipo mantella nera, aria da sbarazzina mediatrice oriente occidente , cappello a larghe tese spioventi tutt'intorno al viso fino a circondare la nuca e ad oscurare gran parte dell'espressività del volto, autrice di ventitre romanzi, star internazionale, circa diciotto milioni di copie vendute nei molti paesi dove circolano traduzioni dei suoi libri: un vero e proprio caso letterario. Ed anche umano. Si presenta subito raccontandoci che a Venezia (la sua venuta in Italia è annunciata come la turnè di una pop star), nel bel mezzo del carnevale più teatrale d'Italia, durante la tappa della presentazione del suo libro, svoltasi nella serenissima, l'avevano presa per una maschera, per Pantalone, specifica, fra le sùbite risate degli astanti.
Viene fatto un sommario riassunto dei temi del libro, senza indugiare troppo sui particolari della storia, per non togliere il piacere della lettura ai futuri consumatori della narrazione.
L'autrice racconta qualcosa del suo libro, la storia di una amicizia femminile, le piste da sci, l'autobiografia, la vera persona a cui si ispira un personaggio del romanzo (Petronille viene da Petronio, l'autore del mitico Satyricon, rappresentato cinematograficamente anche da Fellini) ; e soprattutto lo champagne.
Poi ci parla anche di altre stranezze: si è decisa di infilare in ogni sua opera la parola: pneumatico.
Nota inoltre Emilio Guariglia, che si dimostra essere appassionato ed attento lettore della nostra, anche il gusto e la presenza fissa di citazioni latine.
Ed Amelie spiega che sì, essendo di formazione filologa classica, se deve citare autori antichi, trova ovvio farlo in lingua morta originale.
Massimamente interessante, dal mio punto di vista, il passaggio sull'apologia del nemico, dove la scrittrice delinea un cardine della sua poetica, gravido di implicazioni psicoanalitiche.
C'è il tempo anche per una breve riflessione, impotente e un po' superficiale, ma la sede non permette altro, sulla questione islamica: si fa un po' di geopolitica e di attualità postmoderna.
Tra l'altro viene detto che il libro: "Igiene dell'assassino", esordio di Amelie del 1992, è stato rinvenuto nel covo di un terrorista , mi pare di aver capito che era uno di quelli di Charlie Ebdo.
Stimolata dall'intervento di uno del pubblico che prende la parola, la scrittrice ci parla anche del suo rapporto con la tecnologia e del rifiuto di mail, computer, televisione e cellulare. Scrive tutto a mano, a penna, così le bozze dei suoi romanzi come le lettere alla casa editrice ed anche le risposte a chi le propone interviste.
Un bel personaggio insomma, sfaccettato e complesso, Belga di origine e figlia di un diplomatico, cresciuta in Giappone e scrivente in francese, abituata a girare il mondo, dice pure, passando per piazza Dante, che Grosseto è una città molto bella, racconta la sua editrice che l'accompagna.
Si evince che i suoi non sono solo semplici romanzi di narrativa, ma veri e propri saggi antropologici ambientati non solo nella storia attuale, ma anche nella profondità, nel contatto delle caratteristiche che un tempo si sarebbero apparentate allo spirito dei popoli, dei paesi. Anche orientali, Cina e Giappone in primis.
Insomma l'evento è un gran successo e quelli della libreria Palomar meritano tutti i complimenti per essersi sbattuti ad organizzare un evento anche abbastanza eccezionale, anche caparbiamente ed appassionatamente perseguito, evento abbastanza eccezionale dicevamo, per una città come Grosseto che comunque, stavolta, ha risposto bene, meritandosi i ringraziamenti, indirizzati in particolar modo alla libreria Palomar, ai presenti, e al pubblico di Amelie, speciale e autoselezionantesi, a suo dire, della curatrice editoriale e fondatrice di Voland, per i cui tipi la Neuthomb pubbica in Italia.
Giovanni Vernucci