GROSSETO - A danneggiare i professionisti del benessere non sono solo la crisi economica e l'eccessiva tassazione, ma anche il fenomeno dell'abusivismo e della concorrenza sleale, particolarmente sentito nell'ultimo periodo a Grosseto e nel resto della provincia. Un problema presente su più fronti che va a danneggiare chi, tra estetisti e parrucchieri, investe per rispettare tutte le regole e offrire la massima qualità del servizio: tutti presupposti che l'associazione di categoria Confartigianato Imprese Grosseto da sempre promuove. Tra le questioni principali c'è la presenza di figure, con o senza qualifica, che operano in nero direttamente nelle case dei clienti, abbassando notevolmente i prezzi non essendo sottoposte al regime fiscale che vige per chi ha un negozio. Ci sono poi le attività che lavorano senza rispettare le regole in materia di personale e soprattutto nei prodotti utilizzati. Per questo Confartigianato Imprese Grosseto aderisce alla campagna regionale promossa dall'associazione di categoria contro l'abusivismo. “Proteggi la tua salute, dai valore alla tua persona”: la campagna si propone l'obiettivo di spiegare ai clienti i rischi che si corrono rivolgendosi a chi non è in regola. Anche usando immagini forti, visto che nel materiale informativo si mostrano le conseguenze sulla salute che può avere un trattamento di bellezza sbagliato. “Chi si affida a un abusivo o compra un prodotto contraffatto – dice Mauro Ciani, segretario generale di Confartigianato Imprese Grosseto - deve sempre tenere presente che, nel caso in cui subisca lesioni durante un trattamento, dovrà risponderne in prima persona. E i rischi sono di qualsiasi tipo: dalla contaminazione per la mancanza di igiene fino al rischio di allergie, dermatiti, ustioni e ferite. Tanti casi sono accaduti anche nella nostra zona, e questo non fa che accrescere l'allarme”. Ecco i principali problemi riscontrati: gli abusivi spesso non lavorano in locali autorizzati, né igienicamente a norma. Non usano prodotti controllati e tracciabili, gli strumenti non sono certificati, non hanno copertura assicurativa e non possono partecipare a corsi di aggiornamento. “In pratica – continua Mauro Ciani – non possono competere in alcun modo con il servizio offerto dai professionisti in regola. Con questa campagna pensiamo di convincere i grossetani a fare la cosa giusta: non mettere a rischio la propria salute. E invitiamo gli organi competenti a fare più controlli”.
Il settore della bellezza è vastissimo: in Europa si contano circa 400.000 saloni con oltre 1 milione di addetti (8% di tutto il settore servizi), in Italia il settore occupa nell'acconciatura circa 80.000 imprese con quasi 170.000 addetti, mentre per l'estetica le imprese sono circa 31.000 con circa 95.000 addetti, raggiungendo un fatturato che si aggira intorno ai 6 miliardi di euro. Qui in Toscana le imprese del benessere sono circa 13.000, di cui circa 9.000 per l'acconciatura, 4.000 sono per l'estetica, la dimensione media impegna circa 2,2 addetti ad attività, in totale in Toscana sono impegnati circa 27.000 addetti. Purtroppo con la crisi del settore la flessione delle attività iscritte regolarmente ha fatto aumentare in modo costante le attività abusive che raggiungono in alcune realtà addirittura il 50% nell'acconciatura e oltre il 60% nel settore dell'estetica. Inoltre le nostre attività si vedono impegnate anche a fare fronte ad imprese che svolgono a livello di tariffe una concorrenza sleale, vedi l'aumento di apertura di attività gestite da orientali con prezzi relativamente fin troppo bassi. Un’indagine svolta dal Centro studi per Cosmetica Italia ha rilevato che ben oltre 21 milioni di persone non si rivolgono al parrucchiere o all'estetista, il 35% delle persone non si rivolge a un professionista ma a soggetti che operano totalmente in nero e di conseguenza nel sommerso e con prezzi realmente concorrenziali.