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Confartigianato: Michela Hublitz e Mauro Squarcia replicano a Bonifazi

"La classe politica ha poca dimestichezza con il mondo del lavoro"

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GROSSETO - "Restiamo letteralmente allibiti dall’uscita del sindaco che, invece di occuparsi dei gravi problemi della nostra città, rilascia dichiarazioni molto serie in cui dice e non dice in merito alla Camera di commercio e alle associazioni di categoria. Noi abbiamo la fortuna e l’onore di essere consiglieri camerali e vice presidenti di Giovanni Lamioni in Confartigianato e riteniamo che in entrambe le situazioni possiamo dire di sentirci orgogliosi di quello che è stato senza che nessuno abbia strumentalizzato il proprio ruolo, anzi siamo onorati di essere stati i consiglieri camerali durante la presidenza di Lamioni che, lo ricordiamo, è stato l’unico a essere stato eletto per due volte per acclamazione, fatto mai successo a Grosseto, ed è stato l’unico a portare la nostra città alla vice presidenza nazionale di Unioncamere, anche questo mai accaduto prima. Ma il grande attestato di merito che riconosciamo a Lamioni è stato quello che, senza alcun obbligo ma per propria scelta di responsabilità, dopo la sua corsa alla competizione regionale, ha ritenuto prima di sospendersi – e con questo si è sospeso da tutti i benefit anche quelli economici - e poi di dimettersi perché ha sempre detto che l’ente camerale deve essere super partes. Ci consenta, sindaco, in un Paese come l’Italia in cui le dimissioni e l’abbandono delle poltrone sono merce rarissima, di considerare questo come segnale di buona politica. Per quanto riguarda le associazioni di categoria, qui il discorso diventa datato perché è ormai da anni che le massime espressioni di tante associazioni di categoria vanno poi a ricoprire ruoli politici grazie al sostegno e al patrocinio delle associazioni stesse, nei consigli comunali, segreterie di partito, partecipate pubbliche, nell’amministrazione provinciale, nei consigli provinciali e regionali, ma stranamente questa situazione che può essere anche vista come un normale passaggio di espressioni dal mondo del lavoro alla politica non era mai stato messo in evidenza. Perché proprio oggi? Non varrà solo per alcune associazioni e non per tutte? Veda, caro sindaco, noi alla Confartigianato il rapporto con la politica lo abbiamo affrontato alla luce del sole quando il nostro presidente ha coinvolto l’ufficio di presidenza prima e il consiglio direttivo dopo – organo legittimamente deputato a rappresentare gli associati – per interrogarsi sulla linea da tenere e come associazione e personalmente come presidente in merito a possibili scenari futuri. Il nostro consiglio direttivo pressoché all’unanimità ha condiviso la strategia e la linea del suo presidente. Tutto molto semplice, tutto nel rispetto delle regole e degli organi come quando lei, caro sindaco, si attiene alle volontà del suo consiglio comunale. Per tutto questo ci vengono due ipotesi: la prima è la più maliziosa e sicuramente ci sbaglieremo ma, sindaco, questa sua presa di posizione non è casuale il giorno prima del rinnovo dell’ente camerale e se ci sbagliamo il nostro sindaco non ce ne vorrà; la seconda è che, per parlare di associazioni di rappresentanza, bisogna conoscere il lavoro e le imprese e in assenza di queste conoscenze, diventa difficile padroneggiare le regole delle suddette strutture. Infatti, caro sindaco, di disdicevole in questo Paese, per quanto ci riguarda da imprenditori e da dirigenti artigiani impegnati, è sempre di più la valorizzazione di una classe politica che dimestichezza con il lavoro ne ha davvero poca."

 

Michela Hublitz e Mauro Squarcia

vice presidenti Confartigianato Impresa

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