GROSSETO - Un commiato, quello che si apprende dalla stampa, da parte del Sindaco Bonifazi, che descrive una Grosseto di pura fantasia che non è reale. Non posso esimermi da fare alcune considerazioni, che non hanno niente di personale verso la persona di Emilio Bonifazi, ma per il ruolo che il sindaco e le sue due giunte hanno determinato per la città. Non ci sono attenuanti per le giunte Bonifazi – Borghi e non è reale la fotografia che vorrebbe lasciare del suo passaggio. Grosseto, rappresenta una realtà depressa economicamente e migliaia sono i posti di lavoro persi negli ultimi anni. La crescita demografica ha avuto una pesante frenata con tutte le ripercussioni che ciò comporta, sia nell’ambito dell’edilizia, sia per gli operatori del settore immobiliare. La città è in declino rispetto ai dati istat relativi al censimento 2011.
Chiudono aziende storiche con decine di addetti ai lavori. Abbiamo le tasse comunali tra le più alte d’Italia. L’addizionale regionale è al massimo anche per chi ha redditi modesti. Notizia di ieri, la Tari è tra le più alte in Italia nonostante abbiamo la discarica come sottolineava l’assessore Tei.
Ma il quadro tutto politico lo si può registrare nelle promesse mai mantenute, sui tanto sbandierati progetti bandiera. Di nessuno di essi è stata posta la prima pietra anzi, in tante occasioni sono stati fatti clamorosi marcia indietro. Il progetto PILT di Braccagni, cancellato. La sede unica del comune, nemmeno individuata l’area. Il centro di documentazione degli Etruschi in piazza Barzanti, cancellato anche dalle mappe urbanistiche. Il termalismo a Rosselle, nemmeno un progetto nonostante le foto in campagna elettorale.
Le marce indietro si susseguono negli anni. La biblioteca chelliana, in sede di approvazione del regolamento urbanistico era stata spostata alla cittadella dello studente, adesso pare ritornare in centro storico ma non si sa quando. Per non parlare le vere e proprie “gaffe” quali quella con la curia vescovile, per il terreno destinato al dormitorio pubblico e pagato € 200.000,00 da quest’ultimi (ambito dei progetti PIUSS del comune di Grosseto), salvo poi ricordarsi che quel terreno era tra quelli di invarianza strutturale (neppure un orto può esservi realizzato). Oppure il dietrofront con i residenti delle aree PEEP, infuriati per l’aumento del 300% dei prezzi di riscatto. I denari buttati per la sperimentazione della pedonalizzazione del centro storico e subito archiviata per eccesso di inutilità.
L’Università smantellata progressivamente nei corsi e in calo notevole di iscritti (con le proteste anche del personale dipendente) un autentico passo all’indietro per la cultura e per i giovani, ma venduta pochi giorni fa come fiore all’occhiello al sottosegretario PD Faraone.
Per non parlare del degrado e della sicurezza: bastava girare pagina stamani per riscontrare come anche sulla sicurezza e sul degrado la città raggiunge dei livelli mai conosciuti, fino a chiedere il presidio dell’esercito per tutelare il patrimonio pubblico e privato.
Non ultima la vicenda ex Ospedale: demolizione di una parte per fare un giardino pubblico, come se accanto non vi fosse verde pubblico nelle mura medicee, ma non c’è nessun progetto e nessuna idea in sostituzione delle volumetrie esistenti.
Non c’è, in conclusione, una città rinnovata dopo 10 anni di PD e di giunte Bonifazi - Borghi, tantomeno una città reinventata come sostenuto dal sindaco, ma solo una città che ha fatto tanti passi indietro e che va ricostruita, a dispetto della cartolina, solo di facciata, che maldestramente cercate di vendere ai grossetani.
Avv. Fabrizio Rossi
Capogruppo Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale