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Enel Green Power: le precisazioni su "Bagnore 20 Bis"

I chiarimenti dell'azienda sul "fracking"

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SANTA FIORA - In riferimento alla presunta attività di fracking con esplosivo attribuita ad Enel Green Power sul pozzo “Bagnore 20 Bis”, nei pressi delle centrali geotermiche in località Bagnore tra i Comuni di Santa Fiora e Arcidosso, Enel Green Power smentisce nella maniera più assoluta e precisa che l’attività, per la quale è stata concessa l’autorizzazione da parte delle autorità competenti, è un’operazione di manutenzione su un pozzo con una  tecnica comunemente utilizzata in ambito minerario che prevede l’utilizzo di pochi  grammi di esplosivo (micro cariche) all'interno del pozzo stesso con l’obiettivo di fessurare il casing (tubo) del pozzo in corrispondenza delle zone assorbenti naturali per verificarne la capacità di reiniezione.


Tale attività non ha nulla a che fare con il cosiddetto “fracking” che consiste nella fratturazione indotta delle rocce profonde e che Enel Green Power non ha mai fatto e che non ha in previsione di fare in nessuno dei progetti geotermici in Italia e all’estero.

Enel Green Power coglie l’occasione per ricordare che la centrale geotermica di Bagnore 4 costituisce un’eccellenza tecnologica a livello mondiale ed è dotata dei migliori standard ambientali, come confermano anche i dati di Arpat che il 2 novembre sul proprio sito ufficiale dichiara che “ad oggi (settembre 2015) sono stati rilevati valori molto bassi e molto lontani dai limiti di cautela sanitaria riportati nella Linee Guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (150 µg/m3 come media delle 24 h)”.

Enel Green Power conferma di essere sempre a disposizione per fornire ogni chiarimento e per consentire di verificare eventuali informazioni allarmistiche non rispondenti alla realtà dei fatti.

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