GROSSETO - “ Bene utilizzare la stampa per tutelare i nostri prodotti ma la comunicazione fatta solo per avere dello spazio sui quotidiani rischia di disorientare i consumatori e oggi il mondo agricolo ha bisogno di tutto fuorché di altra confusione”. Enrico Rabazzi Vicepresidente regionale e presidente Cia Grosseto, commenta in questo modo la polemica sollevata in riferimento alla presenza di coltivazioni di pomodori San Marzano in Belgio.
“Una cosa è la coltivazione di un prodotto cosa diversa invece è quando si parla di Dop marchio che viene conferito al prodotto e non alla varietà. Se è vero che quando si parla di San Marzano il pensiero, in ogni parte del mondo, corre al pomodoro dell’agro Sarnese Nocerino, i cui produttori seguono e rispettano i rigidi disciplinari di produzione, è altrettanto vero che non ci sono divieti alla produzione delle varietà dei singoli prodotti. Ciò che invece è importante - continua Rabazzi - è che l’Unione Europea si impegni a verificare che i prodotti a marchio siano solo ed unicamente il risultato di chi rispetta i regolamenti previsti, a sanzionare in modo decisivo ed esemplare ogni tipo di falsificazione, ma soprattutto che, come con l’olio tunisino, si impegni a trovare forme e modi per sostenere tutte le produzioni a marchio.
In questo mondo - conclude Rabazzi - governato da interessi e da accordi sottobanco, da politiche nazionali fatte da Paesi economicamente più forti, e dalle infinite norme che i Paesi membri devono (o dovrebbero) rispettare, forse vale più la pena alzare la voce per chiedere il rispetto e la tutela di ciò che già ci appartiene come cultura e produzione agroalimentare. Una tutela fatta non solo di promesse o parole ma precisa e puntuale che si traduca, questo sì lo pretendiamo, in una dura presa di posizione nei confronti di ogni forma di contraffazione alimentare e di agropirateria e nella salvaguardia, anche con incentivi economici, di quei prodotti a marchio che rappresentano nel mondo il nostro Made in Italy”