Partecipa a GrossetoOggi.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Le pale a vento Vivarelli: un'azienda che ha fatto la storia della Maremma

Incontro pubblico organizzato dal Comune di Grosseto al Polo Tecnologico “Manetti-Porciatti"

Condividi su:

GROSSETO - Incontro pubblico la mattina di sabato prossimo 5 marzo, dalle 9.45 alle 12, dedicato alla storia della famiglia Vivarelli (oggi residente a Roma) e della storica azienda maremmana di pale a vento. L'evento è stato organizzato dal Comune di Grosseto all'interno dell'aula Magna del Polo Tecnologico Manetti-Porciatti di via Brigate Partigiane, dove saranno presenti i familiari del compianto Ing. Raimondo Vivarelli e anche gli studenti della 5a classe di meccanica.
Successivamente si svolgerà una piccola cerimonia nella quale verrà scoperta la targa posta nella rotatoria all'inizio di viale Uranio all'incrocio con via Aurelia Nord e che ospita proprio una riproduzione in stile delle storiche pompe a vento maremmane.
Interverranno all'incontro, oltre al Sindaco Emilio Bonifazi, all'assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Monaci e alla Preside Antonella Baffetti che introdurranno l'iniziativa, anche Francesco Lemarangi (imprenditore agricolo del territorio), il professore Fabrizio Pettini che illustrerà il “Progetto Eolo”, la ricerca fatta sulla conversione delle pale Vivarelli alla produzione di energia elettrica, Elena Montagnani (imprenditrice del settore) e, in chiusura, l'Ing. Giovanni Vivarelli (figlio del recentemente scomparso Raimondo).
All'iniziativa saranno presenti vari rappresentanti di ordini professionali e di associazioni di categoria.

Le pale a vento Vivarelli
Nella seconda metà del XIX secolo Raimondo Vivarelli, prendendo spunto dalle pale diffuse negli Stati Uniti, ideò e produsse le famose pale che, sfruttando la forza del vento e, soprattutto, essendo concepite orientabili in base alla sua direzione, erano in grado di estrarre dai pozzi quell'acqua quanto mai necessaria per lo sviluppo dell'economia agricola del territorio.
La prima fabbrica Vivarelli aprì nel 1872 in un capannone di via Mazzini, per poi spostarsi in via Senese. Alla morte del fondatore, l'attività venne portata avanti dai figli Luigi, Giovanni e Raffaello e quindi da un nipote, appunto Raimondo Vivarelli, ingegnere e docente universitario, scomparso nel 2014 a Porto Santo Stefano dove viveva insieme alla moglie Francesca Pasqualini. Fu lui a trasformare definitivamente questa azienda in un vero e proprio punto di riferimento della migliore imprenditoria maremmana, rendendola capace di esportare il proprio prodotto in varie parti del mondo, a partire dal continente africano, che di sistemi alternativi di pompaggio dell'acqua ha sempre avuto un disperato bisogno.

Condividi su:

Seguici su Facebook