GROSSETO - "L'Arpat ha definitivamente certificato quale bufala fosse rappresentata dal famigerato video sui presunti sversamenti di idrocarburi a Marina.
Chiunque conosce anche un po' le nostre spiagge, la storia del porto e le operazioni condotte da anni in quell'area ha già chiarito da tempo che certi scoop da social network sono frutto dell'operato di irresponsabili incapaci anche di distinguere il petrolio dalla sabbia, ma i danni ormai sono stati fatti. Non è infatti quantificabile quante siano le persone che hanno cliccato quel video diffuso in rete e ripreso dai media. E adesso i danni agli operatori di Marina e alla nostra economia come li recuperiamo, consapevoli come siamo che le smentite hanno sempre un decimo dello spazio ottenuto invece dalla denunce, anche quando totalmente infondate? Intanto comincerei a pretendere delle scuse pubbliche da parte degli autori del video e magari anche qualche “mea culpa” da parte di chi con troppa leggerezza ha rilanciato e gridato allo scandalo nelle ore successive alla diffusione di quelle immagini senza preoccuparsi troppo delle conseguenze. E' poco ma sarebbe un inizio."