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Agricoltura innovativa “Made in Maremma”: adesso si può!

Nasce "Sfera Water Food": un metodo innovativo e destinato a lasciare il segno

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GROSSETO - Può una Startup da sola innovare l’agricoltura del nostro paese?

Probabilmente no, ma Sfera WaterFood vuole dare il proprio contributo spostando l’asticella delle aspettative molto in alto.

Sfera rappresenta una realtà interessante perché nasce, e si sviluppa,  dal modello applicativo delle migliori tecniche utilizzate per la creazione delle startup. La validazione del team, dell’idea e del prodotto e il business model, sono tutti concetti che risultano avulsi dalla terminologia usata solitamente da chi si occupa di agricoltura.

Il metodo utilizzato è quello codificato dalle migliori officine d’impresa del Mondo ed è teso alla riduzione del fallimento. Per questo Sfera parte da subito con i piedi per terra, cioè sapendo che i pomodori dovranno essere prodotti, ma avendo comunque ambizioni importanti come la realizzazione di altre quattro “Sfera” nel nostro paese, tutte da tredici ettari e puntando alla quotazione in Borsa entro cinque anni.

Questo progetto non è sintomo dell’ambizione sfrenata del fondatore. Infatti se venissero confermati i dati di previsione, il modello utilizzato per Sfera potrebbe essere replicato, ovvero in gergo potrebbe “scalare”.

“La cosa più interessante - afferma Luigi Galimberti, ideatore e fondatore di Sfera - è che sia i clienti, coloro che consumeranno i prodotti, sia la GDO, sin da subito hanno dimostrato grande interesse e disponibilità per una collaborazione attiva. Anche questo comportamento risulta tipico delle startup, ormai di fatto leprotagoniste della Sharing Economy.

Fondamentale all’interno del progetto sono le persone e i loro bisogni, perché Sfera produrrà esattamente i prodotti che vogliono i clienti.

“Nell’era della condivisione” - continua Galimberti – “non potevamo non chiedere al mercato di cosa avesse bisogno. Il nostro team di comunicazione, durante il processo di validazione del prodotto, ha rilevato dati interessanti che ci sono serviti per scegliere quali varietà è più opportuno produrre”.

 

Con Sfera verranno utilizzati il 10% del suolo, il 10% dell’acqua per produrre almeno 10 volte di più rispetto al campo aperto. Questo significa produrre in modo sostenibile. 

Ad opera ultimata saranno quasi quindici i milioni di euro investiti. Potrebbe sembrare una spesa folle, ci si potrebbe chiedere perché così tanto e perché tredici ettari?

Come ci spiega Galimberti, il livello di tecnologia impiegata è importante, perché ci consente di eliminare l’utilizzo di prodotti chimici per combattere insetti e piante infestanti e non utilizzare varietà geneticamente modificate.

Inoltre l’estensione dell’impianto è importante per poter avere un peso sul mercato e attuare una politica commerciale con la Distribuzione Organizzata incentrata sulla programmazione. 

 

Il fondatore di Sfera ha voluto sin da subito attirare l’attenzione del mondo dei grandi capitali e dimostrare che, oltre alle startup tecnologiche, è conveniente investire in agricoltura.

Il progetto ha iniziato a concretizzarsi subito dopo l’incontro tra Galimberti e il fondo d’investimento Oltre Venture. Il team di Oltre ha dapprima sposato il progetto e poi portato in Sfera importanti valori come quelli incentrati sull’impatto sociale. 

“Il progetto ora corre spedito” - ci conferma Galimberti - “ora siamo nella fase della progettazione esecutiva: serra, impianti e tipologia di prodotti da produrre. Contiamo di riuscire entro quattro mesi ad ottenere i permessi per procedere alla costruzione. Dopo di ché inizieranno i round per la capitalizzazione. Siamo fiduciosi di avere le prime produzioni nel primo semestre 2017. Il team di progettazione sta valutando il sito dove costruire la prima Sfera, vorremo rimanere in provincia di Grosseto, per questo i nostri tecnici sono a lavoro presso gli uffici urbanistici dei comuni della provincia. Unica nota amara rimane quella che certeAmministrazioni hanno dei regolamenti assurdi che escludo la possibilità di insediare la serra nei loro territori. Per questi Comuni si traduce nella perdita di opportunità, sia per l’impatto economico sia per i novanta posti di lavoro che il progetto apporterebbe.”

A questo punto attendiamo i risultati che darà Sfera, sperando che diventi realmente l’esempio di innovazione per un’agricoltura che oggi, soprattutto in zone come la Maremma, potrebbe dare maggiori risultati viste le grandi potenzialità territoriali

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