Sono agricoltori ma con un qualcosa in più. Più che agricoltori sono un gruppo di nerd: una ex insegnante di latino, un ingegnere di sistemi, un ingegnere meccanico e due tecnici. e come racconta la general manager Stefanie Swackhamer : "siamo probabilmente il più grande gruppo di nerd che si possa incontrare". Stefanie garantisce però che l'apparenza inganna.
Tutto è iniziato quasi per caso, infatti il padre di Stefanie, Don Taylor, ex chief technology officer a Benefitfocus nonchè titolare di una società di sviluppo software, la Boxcar Centrale, aveva sentito parlare dell'agricoltura aeroponica da un suo caro amico in Pennsylvania. L' aeroponica non va confusa con l'idroponica, ed è un processo di coltivazione di piante senza terra nebulizzate con acqua e elemnti nutrienti minerali.
Così il signor Taylor rimase totalmente affascinato dalla tecnologia aeroponica e decise di utilizzare il software della sua azienda al fine di otitmizzare il processo di screscita delle piante. Ecco com'è nata Tiger Corner Farms.
Taylor affiancato dalla figlia iniziò a costruire la loro fattoria che inizialmente era composta da una serie di container a Summerville, una cittadina nella Carolina del sud. Tutti i container della fattoria sono riciclati dalla Carolina Mobile Storage, un'azienda di Summerville.
Un container per ufficio, uno per magazzino strumenti e così via per un totale di 320 aziende agricole disposte su 30mila metri quadrati di fattoria. Ogni area contiene 4mila piante, piante che crescono senza la luce diretta del sole, piante esposte a luci a led e nutrite con una nebulizzazione di un mix di sostanze nutritive. Con questo procedimento Tiger Corner Farms riesce a produrre un cesto di lattuga in soli 30 giorni, al contrario dei 55/70 con la tradizionale coltivazione a terra.
Stefanie era un'insegnante di latino e adesso si trova a capitanare i team della fattoria. Fattoria che per essere visitata richiede l'indossare un paio di occhiali speciali per non danneggiare gli occhi all'esposizione della forte luce a led. Ogni container ha la sua tabella con il piano di crescita delle piante e il computer, il vero cervello di tutta la produzione che tiene traccia di tutto, "dal seme alla vendita." Ogni specie varietale necessita delle impstazioni personalizzate della CO2.
Stefanie rivela che le loro piante non sono porpiramente econimoniche, ma tagliano tantissim sepe necessarie per le attrezzature caratteristiche dell'agricoltura a terra: "Questo è un sistema chiavi in mano, in più, ci sono infinite opportunità di finanziamento, sia per STAMINALI, sostenibilità ... e per tante categorie che potrebbero rientrare nel settore. "
La fattoria pensa di vendere le piante direttamente agli chef che sono i primi vermante interessati alla qualità e alla disponibilità costante dei prodotii. Stefanie racconta: "la nostra mission è quella di ottenere davvero del buon cibo per la comunità. Vogliamo essere una comunità autosufficiente". Oltre a convogliare il loro prodotto gratuitamente nella comunità, TCF sarà in grado di formare gli agricoltori locali all'utilizzo delle nuove tecnologie. "Con i contadini della zona che invechciano, è importante creare un gruppo più giovani appasionati all'agricoltura", prosegue Stefanie.
Brian Wheat, la repsonsabile del programma nuovi agricoltori del LLF, ha abbracciato i valori di TCF e rivela che: " Ho fatto una visita in loco con Stefanie, noi siamo entrambi ex insegnanti e abbiamo avuto modo di approfondire l'importanza del trasmettere certi valori ai giovani e di come, tutta la fattoria possa e debba essere messa al servizio delle scuole". Il programma è gestito attraverso la scuola di studi professionali College of Charleston, e propone ai giovani interessati un perocrso di sei mesi di apprendimento esperienziale. "La popolazione invecchia e il contadino non si sostituisce". Questo programma fornisce una nuova generazione di agricoltori all'avanguardia, pronti per poter affronatre le sfide dei cambiamenti climatici e della progressiva riduzione delle risorse idriche. I
Stefanie conclude: " TCF non si sta concentrando su come essere il leader del mercato. Vogliamo solo produrre meglio e formare i giovani e portare nella comunità prodotti genuini e sani. Stiamo anche trasformando l'immagine del contadino."
Un progetto analogo sta crescendo in maremma, il porgetto Sfera. Sfera è il progetto di un grande imprenditore, di Luigi Galimberti, un progetto a gestione ecosostenibile, una serra a coltivazione idroponica che utilizza addirittura un decimo dei consumi di acqua ed energia necessari per le tradizionali coltivazioni ma che garantisce anche una massima resa, di ben 15 volte superiore. Sfera si propone di recuperare specie varietali a rischio estinzione o addiritutra scomparse e di promuovere la cultura del produrre meglio consumando meno, del buon cibo ma solo se sostenibile. Sfera nasce da un team multidisciplinare di giovani motivati, interessati che uniti portano avanti l’obiettivo di dare un contributo al miglioramento del pianeta.