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Aeromodellismo in Maremma, una tradizione cinquantennale

Redazione
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Grosseto: Francesco Corridiori, il Pilota grossetano impegnato da qualche giorno nella competizione Mondiale In Svizzera ha acceso i riflettori su una attività che in Maremma affonda le radici alla fine degli anni '50.

Grazie all’intraprendenza e alle spiccate capacità tecniche, un piccolo gruppo di appassionati iniziò a costruire e far volare i primi modelli.
A quel tempo i mezzi a disposizione erano veramente pochi, ma l'entusiasmo di far librare in aria un aereoplanino autocostruito faceva superare tutte le barriere e le mille difficoltà . Niente di paragonabile dunque a quello che siamo abituati a veder sfrecciare in cielo oggi: per lo più modelli a volo libero o propulsioni ad elastico. Una piccola miccia a combustione lenta provvedeva dopo qualche minuto a far scattare in posizione di “picchia” il timone di quota. Dal volo libero le prime esperienze con “lo scoppio”. La svolta anche nella terra dei butteri la dette la Supertigre che nel 1949 immise sul mercato il G-19 (4,82cc). Ma la vera svolta per l’attività di massa venne nel 1950 quando sul mercato apparve il mitico “G20” che decretò il successo di Supertigre nel mondo.


Ecco nascere la passione per il volo vincolato: aerei teleguidati tramite cavi d’acciaio che li “vincolano” appunto e li fanno girare in cerchio. Una novità che prende campo immediatamente perché consente (con tanto allenamento) di provare figure prima impensabili come il volo rovescio, il looping, l’otto cubano.

Iniziano anche le prime gare di velocità, acrobazia, durata di volo. E’ proprio in questo periodo che nasce il G.A.M. “Gruppo Aeromodellistico Maremmano” di Grosseto, un club di amici che condividono la stessa passione e che desiderano far conoscere al pubblico questo mondo. Viene affittata una piccola sede in via Fiume dove oltre a riunirsi, i soci costruiscono i loro aeromodelli, insegnano ai più giovani, pianificano le prime manifestazioni. Di anno in anno l’attività del G.A.M. cresce e si espande: i più bravi e “spericolati” piloti si prestano per esibizioni in pubblico nei paesi di tutta la provincia: si parte la mattina presto con i modelli in auto e la famiglia, si raggiunge la località, ci si esibisce e poi tutto termina con un bel pranzo o una merenda. Simpatia, amicizia, collaborazione e spirito goliardico sono gli ingredienti dei tanti successi.

Poi la svolta. La comparsa agli inizi degli anni ’60 del radiocomando cambia completamente le regole del gioco. Ai cavi d’acciaio si sostituiscono le prime antenne, anche se i radiocomandi dell’epoca somigliano ben poco a quelli odierni: servocomandi grandi come un pacchetto di sigarette e, quel che più conta, non sono proporzionali ma il comando agisce solo su due posizioni dei servi: “on” e “off”. Ma la sensazione di poter pilotare un aereo senza vincoli è stupefacente. Di lì a poco la storia si fa recente: Il big giapponese “Futaba” porta nei campi di volo di tutto il mondo (e dunque anche qui in Maremma) le prime strumentazioni “proporzionali” e l’aeromodellismo si catapulta in un’altra dimensione. Occorrono campi di volo adatti, con piste battute in erba e ampie per far decollare e atterrare gli aerei.

Il G.A.M., che intanto vede i soci crescere grazie anche all’ingresso di nuove leve, è alla continua ricerca di spazi consoni all’attività del gruppo: i contadini maremmani sono titu-banti a concedere i loro terreni agli aeromodellisti e quando lo fanno è per breve pe-riodo. Il gruppo è costretto a “migrare” spesso da un sito all’altro, con tutte le problematiche che questo comporta. La prima svolta rilevante per il G.A.M. avviene nel 1995 quando tre soci decidono di acquistare un terreno e adibirlo a campo di volo permanente del gruppo. E’ qui che la denominazione cambia e diventa “AliTre”. La pista di volo è a Vallemaggiore, a pochi chilometri da Grosseto. Un terreno con svariati vincoli ambientali (siamo nel Parco della Maremma) e che dunque non consente di realizzare strutture permanenti ma che comunque assicura uno svolgimento continuo dell’attività.
Nel corso degli anni l’attività modellistica del gruppo “AliTre”, tra alti e bassi, vede co-munque aumentare  gli iscritti. La tecnologia fa passi da gigante e sulle piste  si vedono sempre più modelli di generose dimensioni. La comparsa, infine, delle prime motorizzazioni a turbina decreta il “salto di qualità” dell’attività ma, al tempo stesso, impone standard di sicurezza maggiori e rigorosi.

E’ proprio per questo motivo che Ali Tre alla fine dell’anno 2010 decide di “passare la mano” al nuovo gruppo dirigente e di chiudere l’attività allo storico campo di Vallemaggiore. In una affollata assemblea dei soci dell’ottobre 2010 ecco rinascere lo storico G.A.M.. Cambiano gli uomini e i target: progetti ambiziosi per creare finalmente una struttura attrezzata, rispondente alle mutate moderne esigenze e dove poter organizzare manifestazioni di buon livello. Le novità più importanti riguardano non solo il campo di volo ma anche la struttura giuridica dell'associazione che si affilia allo Csen e diviene “Associazione Sportiva”. Un’associazione che consente a tutti gli appassionati di questo sport non solo di praticarlo in massima sicurezza, ma di trovare nel gruppo anche consulenza e valido supporto all'attività.

Molteplici e di diversa natura sono gli obiettivi che si è posto il nuovo G.A.M. e in primis la creazione di un polo sportivo dedicato all’aeromodellismo che disponga di attrezzature ed impianti idonei (pista di decollo, strutture per il rimessaggio, parcheggi, servizi ecc.).

Storia appassionante quella sin qui raccontata, circondata da quell'alone di magia, coraggio e follia che da sempre il volo ha suscitato negli uomini (ndr). Auguriamo al G.A.M. ogni fortuna e di vedere al più presto realizzati gli obiettivi fissati.

Altre informazioni, storie ed immagini è possibile vederli al sito internet della G.A.M. cliccando QUI 

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