"Dal mare al bosco, dal blu delle acque al verde delle colline: questo è il nostro territorio, dalla spiaggia alle macchie di Montioni, dagli stabilimenti balneari al bagno della Baciocca, dalle onde del mare al lago sotto la Pievaccia. Bellezze interrotte, a volte, da realtà aliene al territorio, ferite che come tali si comportano, sanguinano, si cicatrizzano e si riacutizzano in certe situazioni, come un tessuto infetto. Una ferita ben visibile quando si scende da Massa Marittima verso il mare. Si distingue in mezzo alla macchia di Montioni, al parco, specialmente in quei giorni in cui la pioggia contribuisce a una maggior nitidezza dell'aria e aumenta il contrasto dei colori. E' allora che si vede una ferita profonda, sanguinolenta, rossa proprio come un tessuto ferito, una pelle lacerata. Sono i colori dei materiali rossastri che vengono messi a dormire in una grossa cavità creata dall'uomo e che ora altri uomini stanno colmando con instancabile lena, camion su camion, tonnellata su tonnellata. La quarzite che venne estratta anni fa ora viene sostituita dagli avanzi della lavorazione di una delle industrie della piana di Scarlino. Decine e decine di migliaia di tonnellate sono già arrivate e sistemate, creando delle enormi scalinate, ziggurat dove nulla cresce se non l'intrusione creata dall'uomo, l'occupazione di un ambiente naturale con materiali artificiali, scarti di produzione che poi rimarranno li per l'eternità , in mezzo ad un parco ma non nel parco. La chiamano rinaturalizzazione, ma per favore. Diciamo francamente che "se deve fa", per garantire il mantenimento dell'occupazione, per non far scappare altre aziende dal territorio. A volte, parlando con la gente, noti stupore, te lo dicono chiaramente che non ne sanno nulla e mai si sarebbero sognati una cosa del genere. Ed è anche logico che succeda, vista la scarsa propensione a veicolare le informazioni che possiamo registrare nelle amministrazioni."
Marco Stefanini
Associazione La Duna