Partecipa a GrossetoOggi.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Questo vino non sa di tappo

Rivoluzione in campo enologico, anche le Docg si danno alla chiusura a vite

Condividi su:

Anche le grandi aziende vinicole vanno col tappo a vite: la scorsa settimana è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale (la n. 224 del 24 settembre 2013) il decreto 16 settembre 2013 che modifica le norme Ue in materia di etichettatura dei vini Dop e Igp, che elimina la regola generale dell'uso esclusivo del tappo di sughero, un "must" per i vini Docg come Brunello di Montalcino, o altri vini del nord. La scelta è rimandata quindi ai consorzi di tutela, che possono decidere l'uso di un particolare sistema di chiusura e hanno sei mesi di tempo per l'aggiornamento dei disciplinari di produzione.

Perchè questa modifca e da chi è stata proposta? Per quanto possa sembrare una cosa strana, la pressione per la modifica della legge è stata chiesta da alcune importanti Docg nazionali che, trovando problemi su alcuni mercati come quelli del Nord Europa e Nord America, hanno chiesto la possibilità di optare per aperture che potessero compromettere meno la qualità del vino. Del resto è ormai impossibile ignorare le preferenze del mercato estero, dal quale deriva oltre il 50% del fatturato del vino made in Italy. Esportare all'estero grossi quantitativi di vino con il rischio che poi sappia di tappo è un inconveniente che i produttori preferiscono evitare. E' infatti stimato che oltre l'8% delle bottiglie abbia questo difetto, causato da un tipo di muffa che sta nel sughero stesso, difficile da identificare e da debellare. La praticità del tappo a vite risolverebbe una volta per tutte questo problema.

E' anche vero però che il vino rappresenta tradizione e questo cambio di stile non andrà giù a molti puristi. "Come in tutte le cose ci sono pro e contro", afferma il neo presidente del Consorzio per la tutela del Morellino di Scansano Giuseppe Mantellassi. "A livello di bellezza niente batte il tappo di sughero, ma la chiusura a vite garantisce l'assenza di rischi. In America ormai lo usano quasi tutti e anche in Italia ci sono molte cantine, anche produttori importanti, che si stanno convertendo a questo nuovo metodo. La nostra cantina per ora manterrà il tappo di sughero. Credo che sia molto bello, soprattutto al ristorante, il momento in cui il cameriere stappa la bottiglia davanti al cliente, un "gioco" che dovrebbero fare in molti".

E le differenze ci sono anche tra vini bianchi e vini rossi: per questi ultimi il tappo di sughero può anche migliorarne l'evoluzione, mentre per i bianchi una chiusura più ermetica garantisce l'antiossidamento. Ai puristi che sicuramente hanno accolto con disgusto questa innovazione è bene comunque ricordare quanto possano essere limitati gli acquisti se c'è sempre il rischio che una bottiglia di vino pregiato, del valore anche di 60/70 euro, sappia di tappo.

Condividi su:

Seguici su Facebook