Pagare le tasse e ritrovarsi a fine anno con meno della metà di quello che si è guadagnato. E' quello che succede a grafici, designer, traduttori, consulenti, formatori, nello specifico a tutti i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata dell’Inps che ad oggi versano i contributi più elevati tra tutti i lavoratori indipendenti, liberi professionisti, commercianti, artigiani.
La contribuzione Inps della gestione separata ha infatti subito aumenti vertiginosi nel giro di qualche decennio: partita dal ‘96 con un’aliquota del 10%, e salita negli anni al 27,72%, dal 2014 ricomincerà ad aumentare di un punto percentuale ogni anno, fino a raggiungere il 33%. Anche i lavoratori dipendenti versano il 33%, ma la categoria dei lavoratori autonomi sottolinea che c’è una netta differenza sul calcolo dell’aliquota: il 33% che versano i dipendenti è calcolato sul reddito lordo annuo, mentre quello dei lavoratori indipendenti è calcolato sul totale costo del lavoro. Ad oggi queste sono le differenze sulle aliquote delle varie categorie:
· Partita IVA in Gestione Separata INPS: 27,72%
· Professionisti iscritti a ordine: 14%
· Commercianti e artigiani: 21/24%
I lavoratori autonomi sono più svantaggiati anche rispetto ai dipendenti: la quota di versamento previdenziale per le sole pensioni di questi ultimi corrisponde sostanzialmente all’intero versamento degli autonomi (27% per fondo pensione e 0,72% prestazioni assistenziali di malattia, maternità e assegni familiari), senza contare il fatto che gli autonomi si pagano completamente da soli l’intero importo contributivo.
È in programma la riduzione del cuneo fiscale per i dipendenti, ma non si sta facendo nulla per bloccare l’aumento del cuneo per gli iscritti alla gestione separata, già ora al 60%, sommando Irpef e Inps. Anzi, la legge 92 del 2012 (riforma Fornero) ha stabilito un progressivo ulteriore aumento dell'aliquota Inps per lavoratori autonomi fino al 33% entro il 2018 e, se non verrà deciso diversamente, il primo scatto di un punto percentuale avverrà a gennaio 2014. Una situazione che porterà alla chiusura di molte partite IVA e all'abbassamento dei redditi, con conseguenti milioni di disoccupati. Una situazione che si è venuta a creare anche perchè i lavoratori non hanno una rappresentanza sindacale nei tavoli tra le parti sociali.
In vista dell’approvazione della legge di stabilità , l'Acta (Associazione consulenti terziario avanzato) chiede al governo Letta di bloccare in prima istanza l'aumento dell’aliquota e di ridiscutere insieme del tema previdenziale, "in modo da evitare scelte che puntano solo a fare cassa - si legge nella petizione lanciata su www.change.org - e che impediscono di lavorare e vivere dignitosamente. Chiediamo una maggiore equità fiscale e previdenziale per tutti i cittadini lavoratori, indipendentemente dalla loro categoria di appartenenza".