GROSSETO - Venti pesci morti, ogni 100 metri, per un tratto complessivo di 5 chilometri. Era questa la situazione di un mese fa lungo le sponde del fiume Albegna, che aveva allertato la Provincia di Grosseto e alcuni cittadini, che avevano segnalato la vicenda alla nostra redazione. Il fenomeno, infatti, non si era limitato soltanto all’Albegna, ma si era replicato anche nel fiume Ombrone. La grande quantità di muggini adulti, ritrovati morti, potevano essere un campanello di allarme per un possibile disastro ambientale. Un’ipotesi che già a fine settembre trovava comunque poche conferme.
La moria ha infatti interessato soltanto i varaghi e i cerini, senza colpire, tolta qualche spigola, altre specie. Ma l’epidemia poteva comunque rimandare ad un possibile inquinamento delle acque, dovuto anche alle esondazioni che hanno interessato lo scorso anno sia l’Albegna che l’Ombrone. E, fortunatamente, non è stato questo il caso.
La Provincia, dopo aver recapitato campioni di acqua all’Arpat e alcuni esemplari di muggine all’istituto zooprofilattico di Pisa, ha già avuto risposte importanti. Qualsiasi ipotesi di contaminazione delle acque, come riferito lo scorso giovedì dall’Arpat, è esclusa: i valori sono nella norma e non presentano alcun tipo di alterazione, che possa aver provocato la moria dei muggini.
Si segue ora la pista di un batterio, che possa aver causato un’epidemia limitata soltanto agli esemplari già adulti.