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"Per salvaguardare le tartarughe Caretta caretta, no alla pulizia meccanica della spiaggia di Scarlino"

Legambiente chiede il monitoraggio della zona

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Gentili: “Ci mettiamo a disposizione per pulire manualmente il tratto in questione e per realizzare un’adeguata cartellonistica”. Ogni anno 130.000 esemplari muoiono nel Mediterraneo.

SCARLINO - I piccoli esemplari di tartaruga marina Caretta caretta trovati su una spiaggia di Scarlino, rappresentano un evento eccezionale e al tempo stesso di grande significato scientifico, positivo per la conservazione della biodiversità. La specie in questione, che rischia di estinguersi per le numerose minacce, è compresa nella direttiva “Habitat”, protetta da numerose Convenzioni internazionali, e inserita nella lista rossa dell’Unione mondiale per la conservazione della natura.

“Il ritrovamento dei piccoli esemplari– spiega Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente – è infatti il primo avvenuto in Toscana, e in Maremma in particolare, almeno in tempi recenti, rappresenta un evento eccezionale di grande valore. Ci mettiamo a disposizione per collaborare con le istituzioni e chiediamo che venga effettuato un attento monitoraggio della zona di nidificazione. È necessario a tal proposito che si continui ad applicare con scrupolosità il piano d'azione nazionale per la conservazione delle tartarughe marine e si faccia un’attenta opera di divulgazione e promozione dello stesso anche attraverso materiale informativo ed incontri appositi tra i soggetti e le istituzioni coinvolte. Chiediamo, inoltre, l’interruzione delle attività di pulizia meccanica nel periodo estivo, nel sito in questione, e rimaniamo a disposizione sia per la pulizia manuale (tramite i nostri volontari) dell’area, sia per la realizzazione di un’adeguata cartellonistica che informi cittadini sull’importanza dell’evento in oggetto”.

Ogni anno nel mar Mediterraneo muoiono migliaia di esemplari di Caretta caretta (oltre 130.000 secondo alcuni studi, ma probabilmente i dati sono sottostimati) per catture accidentali da parte di palangari pelagici, reti a strascico e da posta, per traffico nautico, inquinamento e scomparsa dei siti di nidificazione. Proprio per ridurre la mortalità la Commissione europea ha finanziato alcuni progetti specifici tra i quali “Tartalife”, che coinvolge anche Legambiente.

Rimane di fondamentale importanza anche sostenere le attività dei Centri di recupero che operano lungo la Toscana, e che intervengono con personale specializzato per soccorrere animali in difficoltà: un lavoro prezioso e costante che ricade spesso sulle spalle delle associazioni e delle istituzioni locali.

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