GROSSETO - Distruzione e disperazione. La Maremma, a 12 mesi di distanza, non dimentica. Cinque vittime legate al maltempo, frane, strade allagate e collegamenti interrotti in molti comuni. Ma un anno fa, tra l’Ombrone che minacciava la città di Grosseto e il mondo sommerso dell’Albinia e di Marsiliana, l’evento realmente straordinario fu la prova di solidarietà che prese sempre più spazio tra comuni cittadini. Furono numerose le braccia, armate di pala, che raggiunsero l’occhio del ciclone, l’Albinia, e le zone più colpite della Maremma, per mostrarsi vicini agli sfollati costretti ad abbandonare senza preavviso le proprie case. Uno sforzo notevole dimostrato da persone qualunque pronte a dare una mano a chi non aveva più nemmeno occhi per piangere.
Oggi è difficile trovare il simbolo di una catastrofe di cui, nonostante l’allerta meteo, nessuno avrebbe potuto prevedere la portata. Dal crollo del Torrione di Magliano in Toscana, alla piena del Chiarone di Capalbio fino al ponte sprofondato vicino a Marsiliana, nessuna immagine potrebbe mai esprimere il disorientamento provato di quanto fu quei 12 mesi fa, quando un paio di stivali di gomma diventarono merce preziosa. Gli ultimi nubifragi, che di recente hanno colpito la zona nord della provincia, comprensibilmente hanno fatto di nuovo tremare i maremmani. A discapito di quanto si possa credere, la Toscana detiene infatti una maglia nera con un numero elevato di morti legati al maltempo. Dal 1966, la regione, dopo il Piemonte, detiene il secondo posto in Italia per numero di vittime e di feriti. Nell’arco di 47 anni, 364 persone hanno riportato traumi o ferite, mentre 77 hanno perso la vita per inondazioni e alluvioni. A questi si aggiungono 69 morti e 91 feriti per le frane causate da piogge intense. Gli sfollati, invece, in totale sono stati 33.468 mentre ben 25.844 persone si sono ritrovate senza casa.