ORBETELLO - “Bisogna smettere di guardare il dito e iniziare a guardare la luna”, si riassume così l'intervento del sindaco di Orbetello Monica Paffetti che torna ancora una volta a parlare del dopo alluvione e della mancanza di fondi. "La Regione ha stanziato 50 milioni per far fronte alle spese per portare avanti progetti di prevenzione per il rischio idrogeologico e idraulico, ma sappiamo tutti che questi fondi, senza l’apporto dello Stato, sono poca cosa rispetto alle reali necessità dei territori”.
Ma andiamo per ordine. Nel dicembre del 2012, spiega il sindaco, il governo Monti ha stanziato 110 milioni di euro per far fronte ai danni e alle emergenze causati dagli eventi alluvionali avvenuti nella regione Toscana nel novembre dello stesso anno. Questi soldi sarebbero dovuti servire solo per lavori pubblici e in conto capitale. Nella conferenza Stato-Regioni il presidente Rossi è riuscito a ottenere – cosa originariamente non prevista – che il 25% di tali fondi fossero indirizzati a favore dei privati, anche se solamente in riferimento ai danni strutturali. Nella nostra regione, quindi, sono arrivati poco più di 27 milioni di euro, molto pochi rispetto al totale riservato per far fronte ai danni alle abitazioni (7 milioni) e alle aziende (17 milioni), fondi comunque esigui se si pensa che a questi vanno aggiunti anche circa 60 milioni di euro di danni stimati per l’intero comparto agricolo regionale. A cui aggiungere anche quelli dell'ultimo anno, sparsi a macchia di leopardo su tutto il territorio regionale ma sempre legati al rischio idrogeologico e idraulico, per i quali è stato e verrà applicato lo stesso percorso per accedere ai fondi.
“Riassumendo, quindi, le poche risorse che sono state stanziate dal Governo serviranno a coprire solamente il 38,5% dei danni alle abitazioni e il 75% dei danni alle aziende: percentuali che lasciano l’amaro in bocca. Come sottolineato dall’assessore alla presidenza della giunta regionale Bugli dall’ottobre 2011 al gennaio 2014 i danni accertati per gli eventi alluvionali ammontano a un miliardo e mezzo di euro; per i soli eventi del gennaio 2014 e si presume considerando i danni verificatisi negli ultimi giorni, a quel miliardo e mezzo si aggiungeranno almeno altri 250 milioni di euro. Le normative e i percorsi che portano all’accesso e allo stanziamento dei fondi e dei contributi per il risarcimento dei danni è lo stesso per tutti i comuni della Toscana, circa cento, colpiti dagli eventi alluvionali del 2012 e anche per gli eventi successivi. Soldi pochi e norme troppo stringenti”.
E ancora una volta c'è il patto di stabilità a mettere i bastoni tra le ruote: “Bene ha fatto – continua Paffetti – il presidente Rossi, nella giornata di ieri, 11 febbraio, a fare appello a Bruxelles, al Governo e ai nostri parlamentari, indipendentemente dal colore politico, affinché per il fiscal compact e per la legge di stabilità vengano previste deroghe che consentano ai comuni colpiti di poter agire senza dover rischiare sanzioni. È necessario che i comuni possano agire fuori dai vincoli del patto di stabilità, altrimenti il rischio è quello di non poter effettuare i lavori necessari per tornare alla normalità dopo le calamità naturali – e nemmeno quelli per evitare che tali calamità possano ripetersi un’altra volta.
Lo Stato deve fare la sua parte, per tutti i cento comuni danneggiati negli ultimi due anni. Non è possibile che a fronte di quanto detto fino ad adesso le colpe per la scarsità di risorse arrivate ai comuni ricadano solo e solamente sui sindaci. Come può essere la colpa di tutto ciò solo attribuita al sindaco di Orbetello, nel nostro caso?”.
Infine viene interpellata la precedente amministrazione: “Io non ricopro – afferma il sindaco di Orbetello - oltre al mio incarico anche quello di ministro purtroppo, ma non posso fare a meno di chiedermi cosa abbia fatto il nostro ex sindaco, come senatore eletto in Toscana, per far sì che questa situazione si sbloccasse in meglio. Ad oggi si ha notizia solo di una donazione di ventimila euro nei confronti di un’associazione, lodevole, per carità, ma che non giova alla collettività che l’ha eletto nella sua totalità. La politica locale deve smetterla di essere fatta di reciproche accuse, di grida e di demagogia. Non serve a niente. Iniziamo, almeno su queste questioni che riguardano la pelle e la vita dei nostri concittadini così colpiti da quei tragici eventi, ad agire facendo proposte, facendo pressioni sui rappresentati in senato e in parlamento: questo è utile, questo andrebbe fatto, tutto il resto è inutile demagogia e campagna elettorale”.