GROSSETO - “Ci dissociamo e prendiamo le distanze da un atto efferato e di bracconaggio compiuto ai danni di un canide. Un atto che rischia inficiare il difficile lavoro che stiamo portando avanti per la salvaguardia degli allevamenti maremmani.” Cia, Confagricoltura e Coldiretti, le associazioni del mondo agricolo, prendono dunque le distanze dell’azione dimostrativa compiuta da ignoti che hanno esposto, all’ingresso di Scansano, una testa mozzata, probabilmente di un ibrido di lupo, con tanto di cartello irridente. Una presa di posizione forte e decisa quella dei presidenti delle tre associazioni Enrico Rabazzi, Antonfrancesco Vivarelli Colonna e Francesco Viaggi. “Capiamo l’esasperazione e il dramma che vivono gli allevatori – apre il presidente di Coldiretti, Viaggi – e comprendiamo che gli attacchi continui mettono in crisi un’attività millenaria e l’economia delle singole aziende. Medwolf e Ibri wolf sono gli unici strumenti che ci possono permettere di evidenziare la presenza del lupo, perciò siamo sempre stati favorevoli alla loro applicazione. Voglio ricordare che i primi ambientalisti sono proprio gli allevatori, perché attraverso la tutela del lupo si difende anche la pastorizia. Non vogliamo essere confusi con chi compie atti di bracconaggio e non vogliamo neppure essere additati come assassini e delinquenti. Siamo a favore del lupo e delle greggi e per la conservazione della biodiversità e dell’ambiente.” Antonfrancesco Vivarelli, il presidente di Confagricoltura Grosseto, evidenzia invece che questi fatti sono il risultato di un quadro normativo inadeguato da oltre 20 anni che non prevede gli indennizzi derivanti dai danni diretti e indiretti. Certo è, – aggiunge – che episodi come quello di Scansano rischiano di minare il nostro lavoro, come quello espresso attraverso l’ultima campagna contro i predatori che abbiamo intrapreso e i cui manifesti non vogliono essere assolutamente provocatori; ragione per cui qualsiasi riferimento a quanto accaduto è da ritenersi una mera strumentalizzazione. Il vero problema – si toglie Vivarelli qualche sassolino dalla scarpa – è che da oltre 15 anni gridiamo al lupo e nessuno ci ascolta. Serve una normativa chiara che identifichi indennizzi certi, perché i progetti Ibri wolf e Med wolf non servono a preservare gli allevamenti ma semplicemente a verificare la presenza, i bioritmi e le abitudini del lupo; servono, semmai, a creare una banca dati e offrire un monitoraggio. Perché i lupi ci sono e le gabbie e i sistemi dissuasivi, come le recinzioni, non sono applicabili a tutte le realtà.” Che il problema dei predatori abbia raggiunto il suo culmine in Toscana e in Maremma è palese a tal punto che il settore allevatoriale rischia la chiusura definitiva; lo confermerebbe anche il dato circa la diminuzione dei conferimenti ai caseifici. “Nell’ultimo anno – ha spiegato il presidente di Cia, Enrico Rabazzi – il caseificio di Manciano ha registrato un calo dei conferimenti stimato dal 10 al 20% a causa di una carenza di prodotto. In questa maniera non solo si mettono a rischio gli allevamenti, ma anche tutta la filiera produttiva del pecorino toscano dop. Leggo sui social di individui che propagandano il boicottaggio delle produzioni locali, perché tanto possiamo vivere di turismo e di ambiente. Peccato che questi signori non si rendono conto che se la Maremma e la Toscana sono così, invidiate in tutto il globo, lo si deve proprio a chi, come gli allevatori e gli agricoltori, hanno provveduto a modellare, manutenere e a salvaguardare il territorio, calmierando i distruttivi fenomeni della natura, cosa che oggi avviene sempre con più difficoltà, stante l’abbandono forzato delle attività agricole che purtroppo la presenza dei predatori induce. Pertanto – conclude Rabazzi chiediamo alla Lav e alle associazioni animaliste un atto di responsabilità e di finirla con la negazione di un problema come quello della presenza dei lupi, ormai acclarata; paradossalmente sono proprio loro i maggiori nemici di questi predatori.” I tre presidenti concludono con un appello alla Regione, dato che il 17 febbraio ci sarà un passaggio in Giunta e il 19 in consiglio circa le linee di intervento sulla questione. Linee il cui auspicio è quello di contenere un plafond di risorse tale da sostenere i danni agli allevamenti e parallelamente contemplino interventi concreti mirati al contenimento e alla cattura dei predatori. Solo così anche il lupo sarà tutelato al pari degli allevamenti."