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Attacchi lupi: dalla Regione azioni condivise, indennizzi e censimento predatori

Il presidente della commissione Agricoltura, a margine dell’audizione con tutti i soggetti interessati, rileva la necessità di fare fronte comune su tutto il territorio

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FIRENZE – Evitare interventi a zona, censire i predatori e comunicare informazioni chiare sugli indennizzi che ci sono e che la Regione ha già messo in campo. Queste le azioni prioritarie che il presidente della commissione Agricoltura Loris Rossetti (Pd) ritiene necessarie per affrontare il problema degli attacchi di lupi e ibridi ormai divenuti un’emergenza per la zootecnia della regione. A margine dell’audizione di oggi, mercoledì 19 febbario, con tutti i soggetti direttamente interessati, il presidente ha puntato il dito sul rischio che “azioni non condivise possano produrre effetti ancora più dannosi”. “Occorre il confronto, già avviato con questa audizione, per cercare insieme le soluzioni migliori, nel rispetto degli allevatori, ma anche dei lupi che sono e restano animali protetti”, ha osservato Rossetti. Via quindi ad “azioni coerenti e uniformemente distribuite sul territorio, per affrontare nell’immediato l’emergenza ma che siano anche capaci di incidere in maniera strutturale”, a partire da un “censimento chiaro dei predatori per capire la specie che attacca”. Parallelamente, è opportuno fornire informazioni adeguate sulle tipologie di indennizzi che il presidente ha ricordato essere “già stati stanziati negli anni”. “La Giunta – ha detto ancora Rossetti – sta lavorando ad un piano specifico per formalizzare le linee di intervento. Il Consiglio farà altrettanto elaborando una proposta con l’obiettivo di tutelare il valore dell’attività di allevamento, decisivo per il presidio delle zone marginali e per contrastare il dissesto idrogeologico”.

La ricerca di metodi e soluzioni al problema dei predatori è stata discussa e approfondita da tutti i soggetti intervenuti all’audizione. Da quanto è emerso, l’incremento del numero dei lupi risulta evidente soprattutto negli ultimi anni. “Si ipotizza - ha spiegato Marco Apollonio, docente universitario - che alla fine degli anni ’80 ci fosse una popolazione media di circa 100 esemplari, mentre oggi siamo intorno ai 320 capi, divisi in 70 branchi”. Anche per quello che riguarda la distribuzione sul territorio ci sono stati dei cambiamenti. “Se fino a qualche anno fa i lupi erano concentrati in determinate zone, oggi l’insediamento è pressoché uniforme”.

La presa di distanza dai fatti di cronaca riportati su molti quotidiani locali e legati a fenomeni di violenza nei confronti dei lupi o supposti tali è stata unanime.

Varie e articolate le proposte. “Crediamo sia necessario – ha dichiarato Coldiretti Toscana - sostenere economicamente gli allevatori che mettono in pratica azioni per prevenire gli attacchi, oltre a garantire congrui indennizzi”. “La legge in materia di risarcimenti non funziona” ha detto Confagricoltura di Grosseto. “Si dovrebbe lavorare tanto sulla forma diretta, collegata alla perdita dell’animale, che sul risarcimento del danno indiretto su base forfettaria”. Anche se, ha rilevato Ara (Associazione regionale agricoltori), occorre operare una “distinzione tra i diversi animali e il loro valore”. Sul fronte del riconoscimento dei predatori, l’Istituto zooprofilattico della Toscana si è detto “disponibile a fornire tutto il supporto tecnico e scientifico necessario”. Sul tema del randagismo è stato ricordato come la nostra regione sia stata la prima ad introdurre, nel 1987, l’anagrafe canina, alla quale sono iscritti oggi 500mila cani. I dati resi noti dall’azienda sanitaria fiorentina, rilevano come in Toscana la popolazione canina randagia sia inferiore alla media nazionale. “I numeri stanno tuttavia cambiando. Gestire randagi è un costo ingente, in particolare per i comuni. È necessario agire anche su questo fronte, tramite sterilizzazioni, intese non come castrazione ma come vasectomia, e formazione degli operatori”.

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