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Sani duro sulla cessione di Elife

Redazione
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Grosseto: Sani: «la volontà di cedere ai privati E-Life conferma che le mie perplessità sulla mission pubblica dell’azienda avevano fondamento. Ho qualche preoccupazione che il debito di Rama possa ricadere sui Comuni soci»

«Ho apprezzato molto la nota congiunta del sindaco Bonifazi e del presidente Marras sulla vicenda Rama E-Life, perché sostanzialmente conferma le perplessità sulla corrispondenza della missione prettamente commerciale di quella società agli interessi pubblici del territorio. Il fatto di aver deciso e chiesto di far uscire il sistema pubblico da quell’iniziativa lo testimonia con chiarezza ed ora occorrono atti certi e coerenti.
Il mio intervento verteva su questo, e sulla contrarietà alla proliferazione di società partecipate costose più utili a produrre posti nei Cda che rispondenti al pubblico interesse. Come, appunto, si è rivelata Rama E-Life.
Vorrei far riflettere solo sul fatto che per far viaggiare un autobus elettrico per le vie di Grosseto, intervengono tre società (Rama, Tiemme, E-Life) con i relativi costi amministrativi.
L’inopportuno intervento del dottor Menichetti, presidente di E-Life, fra l’altro non richiesto, a quanto si legge nella nota Bonifazi-Marras, ha allargato poi la discussione ad altri aspetti che la stampa ha ripreso.
Lo dico con amicizia, ma affermare, come fa il Cda di Rama, che commercializzare autobus cinesi rafforza l’immagine della Maremma è una sonora bischerata. La Maremma è qualità del paesaggio, delle produzioni agroalimentari, dell’accoglienza. Mantengo forti dubbi che l’immagine del nostro territorio passi attraverso la compravendita di autobus cinesi in Europa, anche perché la qualità non è proprio lo stereotipo che, a livello mondiale, contraddistingue le produzioni cinesi.
Non sono stato io a sollevare la questione del presunto debito da 9 milioni di euro di Rama Spa. Non spetta a me farlo ma, nel momento in cui la questione entra nel dibattito politico, qualche preoccupazione la esprimo. Anche perché, premesso che non conosco l'origine e le caratteristiche del debito (fido o mutuo), la compensazione con il patrimonio a cui si richiama la nota del Cda di Rama, avverrebbe solo se questo generasse una rendita tale da coprire parte consistente degli ingenti oneri finanziari che 9 milioni di euro producono. Altrimenti sugli interessi passivi si genera una spirale perversa e inarrestabile che prima o poi rischia di abbattersi sui soci, che sono i Comuni, e di conseguenza sui contribuenti. Confido, però, che su questo gli amministratori e i soci abbiano piena consapevolezza e accortezza.
Infine, per le notizie e le posizioni che fin qui sono emerse, la vicenda è tutt'altro che una bega interna al Pd, come ha tentato di definirla il dottor Manichetti nel suo non richiesto intervento. Ci sono questioni di merito pesanti che vanno affrontate. Semmai, è possibile che una certa commistione tra impegno politico e gestione aziendale non abbia consentito di affrontare i problemi per quelli che erano, perché più dei grandi viaggi alla fine ha interessato il piccolo cabotaggio».

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