Povinci di Grosseto: «Pieno sostegno alla denuncia di Franco Gabrielli. Inaccettabile che la burocrazia non renda disponibili sui territori risorse già stanziate da diverso tempo»
«La denuncia degli inammissibili ritardi nell'erogazione dei fondi per l'alluvione, fatta stamani sulle pagine regionali del Tirreno da parte del capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, è un atto di chiarezza del quale in molti sentivamo il bisogno. È infatti inaccettabile che l'approccio burocratico della presidenza del Consiglio dei ministri, ritardi di diversi giorni l'erogazione alla Regione dei fondi per la ricostruzione post alluvione, mentre migliaia di aziende agricole, artigianali e industriali, e svariate centinaia di famiglie, continuano a lottare per rimanere sul mercato o mantenere un'accettabile qualità della vita.
Non è né facile né piacevole, per chi lavora nelle istituzioni ed è a contatto quotidiano con la Pubblica amministrazione, denunciare pubblicamente le disfunzioni dl sistema. Ma questa denuncia forte andava fatta ed ha il mio più totale sostegno. D'altra parte, questa vicenda dà l'ennesima testimonianza del fatto che Goverrni "tecnici" e superburocrati costituiscono solo un palliativo rispetto alla soluzione dei problemi reali, che quasi mai possono essere risolti dall'uomo solo al comando o da un manipolo di "esperti", perché questa richiede prima di tutto buon senso, in secondo luogo competenze diffuse e in ultima analisi cooperazione fra diversi livelli di governo.
Da questa incresciosa vicenda - ricordo che a 5 mesi dall'alluvione non abbiamo la disponibilità reale delle risorse individuate dal Parlamento - ricavo anche un'altra considerazione: più i centri decisionali sono accentrati e lontani dai territori, infatti, più le responsabilità della catena di comando si diluiscono e la burocrazia prende il sopravvento. Per cui mi auguro se ne tenga conto nel dibattito sulla riorganizzazione dei livelli istituzionali, a partire dalle Province.
Così come oggi è evidente che la "riforma" della Protezione civile seguita agli scandali della "cricca" di Bertolaso e Tarantini, è stata concepita in modo ottuso e inefficiente, andando a dequalificare e paralizzare il Dipartimento della protezione civile. Che finché è stato guidato da persone perbene è stato senza dubbio una delle punte di diamante della Pubblica amministrazione.
Per questo - conclude il suo ragionamento il presidente Marras - mi auguro in primo luogo che arrivino prestissimo a destinazione le risorse per Albinia. Ma anche che il prossimo governo, fra le tante cose che dovrà fare, abbia la consapevolezza che c'è da rivisitare l'impianto complessivo delle regole che presiedono al funzionamento della Protezione civile, alla quale, pur in un quadro di controlli, va restituita autonomia finanziaria e operativa».