Grosseto: La differenza tra un amministratore e un cittadino qualunque è quella di poter incidere sulla realtà locale tramite gli strumenti che la legge mette loro a disposizione, per il governo del territorio. La partecipazione dal basso è certamente un modus operandi che apprezzo e che sostengo da tempo, ma non può essere invocato quando gli atti amministrativi sono ormai non più impugnabili dal cittadino, nell’opportuna sede di legittimità del Tribunale Amministrativo Regionale.
Da quando ho sollevato la questione aree PEEP nell’ottobre 2012 ho presentato ben tre mozioni, ognuna delle quali presentava tre soluzioni diverse per rivedere la deliberazione scellerata della giunta comunale Bonifazi – Borghi.
Nella prima chiedevo la revoca della delibera, ma in primis il sindaco mi chiese di ritirarla per attendere un parere della Corte dei Conti in quanto sostenevano che ci sarebbe stato un danno erariale se fossero stati rivisti i parametri; nella seconda, dopo l’inammissibilità del quesito presentato dal Comune alla Corte dei Conti, chiedevo la sospensione della delibera e la cancellazione della retroattività della stessa per coloro che avevano presentato domanda prima della medesima ma dopo la legge 106/2011(decreto sviluppo 2012), ma anche in quel caso la maggioranza bocciò la mozione sostenendo che l’operato della giunta era legittimo e andava bene così; nella terza chiedevo la sospensione e/o la revoca della delibera incriminata e, riprendendo una parte della mozione presentata dalla maggioranza un mese prima, chiedevo di aprire una “finestra” sino al 31.12.2013 per coloro che volevano riscattare con i vecchi parametri e anche per coloro che non avevano presentato domanda, ma la maggioranza riteneva di non modificare niente e lasciare tutto così come era, anche se la proposta era ripresa da una loro mozione già approvata.
Il risultato di questa azione amministrativa? L’amministrazione ha fatto solo una decina di contratti con i nuovi parametri triplicati a fronte di centinaia di domande, con evidente danno alle casse comunali, sempre più vuote e, in questo modo, ha violato una pronuncia a sezione unite della Corte dei Conti che statuiva due principi: equità nel determinare il nuovo corrispettivo con il precedente, facilitare l’accesso del cittadino titolare del diritto di superficie al riscatto della proprietà del terreno.
Davvero un modo curioso di amministrare la cosa pubblica…..
Quindi, mi domando, il PD, tutta la maggioranza di centrosinistra ma in particolare l’assessore presente giovedì sera, si accorgono solo adesso, a distanza di un anno e dopo aver fatto una assemblea affollata, che la questione non riguarda poche persone ma centinaia di famiglie? Con quale coraggio si presentano ai cittadini titolari del diritto di riscatto del terreno in aree PEEP, a parlare “seriamente” della questione dopo aver bocciato con atti amministrativi le soluzioni proposte nelle opportune sede istituzionali di rappresentanza dei grossetani?
Assessori e consiglieri comunali, come previsto dal testo unico degli enti locali, parlano con gli atti di amministrazione e non fanno assemblee dell’ultimo minuto. Ricordo che la mozione, una volta approvata, impegna la giunta comunale a fare marcia indietro e deliberare nella direzione indicata in essa! Ma, a quanto pare, per questo centrosinistra a trazione PD, nonostante stia cercando maldestramente di frenare una protesta che offusca la credibilità e la competenza dei suoi esponenti, gli atti amministrativi della giunta comunale devono essere confermati, poiché hanno sempre bocciato ogni altra soluzione alternativa.
Avv. Fabrizio Rossi
Capogruppo comune di Grosseto
Fratelli d’Italia – centrodestra nazionale