Grosseto: La Rinascita di Scarlino trova insoddisfacenti gli esiti del vertice tenuto presso il comune di Scarlino tra Provincia, Comune, ARPAT e Asl 9. Innanzi tutto, in base a quanto comunicato (secondo la nota della provincia riportata su stampa) torniamo a evidenziare che a nostro avviso c’è una capziosa volontà di ridimensionare l’accaduto e le responsabilità. Avevamo già evidenziato questa tipologia di approccio sin dal primo momento quando, informando sulla polluzione di diossine-furani (superamento di oltre 5 volte il limite di legge per tempo indeterminato) causata dall’impianto di Scarlino Energia si era tentato di indirizzare l’attenzione dell’involontario, sfortunato, consumatore medio di diossina sul fatto che i controlli pianificati avevano funzionato.
	Anche stavolta si fornisce una tendenziosa versione dei fatti parlando di “errore”, un termine tutto sommato neutro che non dice nulla sulla natura dell’omissione delle, più volte citate, disposizioni previste dall’AIA. Disposizioni che, non possiamo che evidenziare, dopo meno di sei mesi di attività sono già state disattese dall’azienda inceneritrice.
	Dietro a questo, ci tengo a sottolineare, non c’è solo un “errore”. C’è una colpevole omissione da parte della gestione (mancato controllo trimestrale linea E2 peraltro previsto nei vincoli dell’autorizzazione) , e ci pare che ci sia una ambiguità tutt’altro che accidentale da parte di provincia e comune nel ricostruire gli eventi.
	Soprattutto ci sembra inutile soffermarsi tanto sui controlli richiesti tralasciando completamente ogni aspetto sanzionatorio in caso di mancanza degli stessi.
	Il problema principale, per le amministrazioni territoriali pare a noi sia ripartire con l’attività di incenerimento. Sono ribaditi quelle che sono le disposizioni previste da AIA, e che comunque non sono certo il frutto delle richieste della provincia la quale, ricordiamo, precedentemente (25/03/2010) aveva già concesso un’autorizzazione molto meno vincolante (poi, fortunatamente, bocciata da sentenza TAR e Consiglio di Stato).
	Per il resto non possiamo che tornare a sottolineare che, prima dell’evento rilevato il 27 maggio, anche le autorità territoriali avevano già disatteso i loro impegni di sorveglianza (in funzione sanitaria in primis) sorvolando completamente sulla mancanza di tempestività di esibizione dei dati forniti in autocertificazione (il dualismo controllato-controllore non è, ad oggi, ancora messo in forse) dalla azienda ad ARPAT.
	La cosa era stata già oggetto parziale di nostra precedente interpellanza nel Consiglio Comunale scarlinese del 30/04.
	In ultima analisi ribadiamo che, come sottolineato nell’ultimo consiglio comunale, troviamo deludente la timidezza con la quale il comune di Scarlino si impegna sulla differenzazione e sulle pratiche virtuose. Allo stato attuale non c’è una sola possibilità, ci pare, che tale percorso possa mai tornare economicamente vantaggioso e quindi premiante.
	In ogni contesto dove la raccolta differenziata, il recupero e il riciclo in rispetto ambientale producono vantaggi economici e occupazionali riteniamo occorra fare una scelta tra raccolta e incenerimento e la prima opzione deve affermarsi.
	Infine auspichiamo che la relazione richiesta da Asl 9 (prot.34265 del 25/6) in merito alle cause che hanno determinato la non conformità delle emissioni, oltre a quella sulla valutazione dell’impatto delle sorgenti di contaminazione alimentare, siano rese fruibili in modo trasparente quanto prima.
