FOLLONICA - “Il mestiere è ciò che unendo bellezza, passione e conoscenza, si trasforma in creatività e sa farsi anche arte. È la forza del nostro artigianato, la tradizione sulla quale può nascere l’impresa dei tempi nuovi.” È questa secondo Gianni Letta, che ha curato l’introduzione al volume, la grande lezione che Giovanni Lamioni e David La Mantia consegnano nel loro libro/intervista: “Giovanni Lamioni: la mia Maremma. Un modello possibile per l’Italia” (S&B Editori 2014). Il testo nasce proprio dal dialogo tra Giovanni Lamioni, Presidente della Camera di Commercio di Grosseto e Vicepresidente dell’Unioncamere, e David La Mantia, docente di italiano e latino, esperto di retorica e scrittore, cresciuti insieme a Grosseto e ritrovatisi anni dopo per riprendere un discorso interrotto tempo fa e discutere della loro terra, la Maremma prima e l’Italia poi, con l’obiettivo di offrire un contributo alla valorizzazione delle tante potenzialità ancora inespresse.
Il testo nasce come piccolo trattato sulle possibilità di sviluppo dell’area, impreziosita e rilanciata dal progetto “Passione Maremma. Wine & Food Shire”, ideato da Giovanni Lamioni, ma il dialogo è così libero ed intenso che spazia a tutto campo dall’economia alla storia, dalla tecnologia alla ricerca ed allo sviluppo, e regala la possibilità di ascoltare una voce fuori dal coro e ragionare sulla possibilità di applicare su scala nazionale il modello Maremma, per vincere una battaglia che l’Italia rischia seriamente di perdere.
Il volume sarà presentato giovedì 4 dicembre alle ore 17 presso la Sala dei Fantasmi del Magma (Museo delle Arti in Ghisa della Maremma) di Follonica da Giancarlo Capecchi, alla presenza del sindaco Andrea Benini. Interverranno gli autori del testo David La Mantia e Giovanni Lamioni. Al termine della presentazione sarà offerto un aperitivo realizzato in collaborazione con la delegazione AIS (Associazione Italiana Sommelier) di Grosseto ed offerto dall’Azienda Agricola Ferraiola di Fiorella Lenzi e dall’Azienda Agricola Poggio Divino Conti di San Bonifacio.