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"I falsi miti dell'alimentazione": mangiare spesso per dimagrire, è davvero necessario?

Un nuovo appuntamento con la rubrica del fitness e della forma fisica

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GROSSETO - Quasi sempre quando decidiamo di dimagrire riceviamo il consiglio di aumentare il numero dei pasti (solitamente 6) con il presunto effetto di “accelerare il metabolismo”.

Questo concetto viene ripetuto da tutti come un mantra e una volta assimilato e ripetuto nuovamente da altre persone entra a far parte della cultura comune generando un falso mito.

La spiegazione di questa accelerazione metabolica sta nel fatto che per la digestione e l' assorbimento di nutrienti l' organismo utilizza una certa quantità di energia, indicata come DIT (diet induced thermogenesis) o TEF (Thermogenic effect of food) che è il calore dissipato a seguito di un pasto.

Per rendere il concetto più semplice possibile: in pratica, quando ingeriamo delle calorie attraverso il cibo, consumiamo allo stesso tempo delle calorie per digerire, assorbire e distribuire nel corpo le sostanze nutritive che abbiamo mangiato.

Se è vero che ogni tipologia di nutriente induce una produzione di calore differente e quindi un maggiore  o minore consumo di calorie per la digestione completa dello stesso (proteine 30%, carboidrati 10-15%, grassi 5-7%), è anche vero e dimostrato da studi scientifici come un pasto misto abbastanza abbondante abbia mediamente lo stesso DIT sia che sia composto prevalentemente da proteine che da carboidrati. Per cui per comodità e semplicità possiamo considerare la spesa energetica per la digestione completa di un pasto un 10% dell' apporto calorico del pasto.

Quindi se introduciamo 1000 kcal ne consumeremo 100 per la digestione, se indroduciamo 2 volte 500 kcal ne consumeremo  50 x 2 quindi sempre 100 kcal totali. Non importa dunque in quanti pasti  dividiamo le calorie giornaliere perchè il consumo energetico nella giornata sarà sempre il 10% del totale dei pasti, che sia diviso in 2 oppure 8 pasti il consumo sarà sempre lo stesso.

Le origini del mito dei tanti piccoli pasti risale ai primi studi fatti esclusivamente su soggetti obesi in cui si evidenziava come in queste persone aumentare il numero dei pasti aumentava di conseguenza anche il DIT e da qui si è preso per vero che tanti piccoli pasti durante il giorno avrebbero portato gli stessi risultati su chiunque.

Dal 1987 in poi invece hanno iniziato a fare studi anche su persone non obese con risultati molto diversi dai precedenti, infatti la maggior parte mostra come non ci siano differenze evidenti tra il numero di pasti consumati e le calorie usate per la digestione ma anzi, alcuni hanno portato ad evidenziare come invece fosse la dimensione del singolo pasto ad aumentare leggermente il DIT proprio per la difficoltà che il corpo ha nel digerire ed assimilare tanto cibo in una sola volta con conseguente aumento della richiesta energetica.

Questi nuovi studi hanno anche messo a confronto soggetti obesi e fortemente sovrappeso con soggetti normali riuscendo a capire che gli obesi per problemi di insulino-resistenza e abitudine a pasti enormi hanno una ridotta capacità di produzione di calore a seguito di un pasto beneficiando quindi di un numero di pasti maggiore durante l'arco della giornata.

Uno studio prende proprio come esempio 2 gruppi di persone che hanno diviso gli stessi alimenti in 3 o 6 pasti giornalieri per un certo periodo di tempo con risultati pressochè identici da un punto di vista di consumo di calorie. L'unica differenza notata è stato un aumento della sensazione di fame nel gruppo con 6 pasti con maggiore possibilità di aumentare le quantità di alimenti e quindi di ingrassare.

Possiamo dichiarare questo mito ufficialmente sfatato visto che la ricerca lo ha fatto già da circa 20 anni quindi, a meno che non siate soggetti obesi o con insulino-resistenza, non importa quante volte mangiate durante il giorno, l'importante è seguire un' alimentazione sana e varia che rispetti le necessità della persona e non sia troppo stressante da seguire.

 


                                                                                                Lorenzo Bonazia

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