GROSSETO - Il Governatore della Toscana, Enrico Rossi, ha annunciato azioni di cattura di ibridi e cani vaganti sul territorio per far fronte alla questione dei danni alle greggi. La LAV, come membro del Tavolo tecnico regionale sulle predazioni, si è fin dall’inizio opposta a questa modalità proponendo di concentrarsi maggiormente sulla prevenzione del randagismo e del vagantismo canino nelle aree rurali tramite la sterilizzazione, il microchip e l’educazione alla gestione responsabile.
“Le catture di ibridi messe in atto nel contesto del progetto Ibriwolf, finanziato con fondi europei e appena conclusosi in provincia di Grosseto, hanno portato in tre anni ad appena 14 animali catturati, la maggior parte dei quali cuccioli in tana, con un dispendio di risorse non congruo con il risultato – dichiara la LAV – che porta un limitato vantaggio anche alle categorie che si ritengono danneggiate dalla presenza di questi animali. Una gestione più corretta dei cani nelle campagne è il solo mezzo che potrà consentire una limitazione dell’ibridazione e degli attacchi. Le catture appaiono come una concessione a chi protesta senza però una vera prospettiva di risoluzione del problema proprio in quanto necessariamente sono un mezzo di portata limitata a fronte di un notevole impegno economico e organizzativo”.
Positive invece le iniziative della Regione in materia di sterilizzazioni e prevenzione con un progetto che consentirà di sterilizzare gratuitamente i cani alle aziende zootecniche nelle aree più a rischio di ibridazione con il lupo. Purtroppo il finanziamento relativo è ancora limitato (intorno agli 80mila euro in tre anni per le tre province di Grosseto, Arezzo e Siena) e potrà portare a sterilizzare un numero limitato di animali. Si parla di alcune decine di cani all’anno per tre anni rispetto alle 1300 aziende zootecniche della sola provincia di Grosseto.
Altro problema da considerare è la collaborazione delle stesse aziende zootecniche che non appare piena nei confronti di iniziative di questo genere.
Ibriwolf con l’azione C6 “Porta a porta nelle aziende zootecniche” ha visitato 80 aziende collaborative specialmente a Manciano e Scansano per poter censire i cani presenti, ma ulteriori 40 aziende interpellate hanno rifiutato la visita. Nelle aziende visitate il numero di cani già sterilizzati è risultato estremamente basso con il conseguente rischio di ibridazione con il lupo. Gli allevatori inoltre non erano spesso a conoscenza del Piano provinciale randagismo nonostante la presenza al tavolo delle proprie associazioni di categoria.
In merito alle responsabilità degli attacchi Ibriwolf ha portato a dati, al momento parziali, che attribuiscono il 38% degli attacchi ai lupi, il 32% a cani, il 20% incerti (dati su 60 sopralluoghi nelle aziende attaccate).
La LAV ritiene che tale dato non sia coerente con quanto emerso dallo stesso progetto Ibriwolf che ha individuato soltanto quattro nuclei riproduttivi di lupi o ibridi in tutta la provincia per un totale di 25-30 esemplari ai quali non è possibile attribuire un numero così alto di attacchi, considerando anche che si tratta di animali che si nutrono in gran parte di fauna selvatica.
“La soluzione ci appare ancora una volta legata a un incremento della responsabilità nella gestione dei cani – dichiara la LAV – per la quale è fondamentale che migliori la consapevolezza di quanti li detengono in aree rurali con modalità che non ne consentono l’opportuno monitoraggio”.
Giacomo Bottinelli
Responsabile Sede Territoriale Provinciale
LAV Grosseto