FIRENZE – Gli Ato per la gestione dei rifiuti istituiti dalla legge regionale sono pienamente legittimi e del tutto in coerenza con le previsioni delle norme nazionali in materia. Lo ribadisce l'Avvocatura regionale in risposta ad alcuni comuni che hanno interessato gli uffici della Regione Toscana per replicare alle affermazioni di esponenti locali del M5S e ai contenuti di una interrogazione all'Europarlamento presentata da una esponente dello stesso Movimento.
La normativa statale che ha ispirato la legge regionale 69 del 2011 appare chiarissima nel demandare alle Regioni l'attribuzione delle funzioni sullo smaltimento dei rifiuti e la gestione del ciclo delle acque che erano in capo ai vecchi ambiti territoriali. Ed altrettanto chiara è la sentenza della Corte costituzionale 128 del 2011 (peraltro citata dallo stesso M5S) nell'evidenziare l'ampio margine di discrezionalità del legislatore regionale nell'individuazione dei moduli organizzativi più adeguati a garantire l'efficienza dei servizi in questione, legittimando anche l'introduzione di forme di cooperazione fra i diversi enti territoriali interessati.
Le norme nazionali, ricorda l'avvocatura regionale, prevedono che siano attribuite ai Comuni diverse funzioni fondamentali, tra le quali quella dell'organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito comunale, compresa l'organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione dei relativi tributi. Ma individuano anche nell'ente di governo d'ambito o bacino territoriale ottimale l'unico soggetto legittimato ad esercitarle. Pur rimanendo la titolarità della funzione di gestione dei rifiuti urbani in capo ai Comuni quindi, è stato reso obbligatorio l'esercizio attraverso l'ente di governo partecipato dai Comuni che ricadono nell'ambito di riferimento. Ed è questo sistema di governance che la legge regionale disegna, con l'obiettivo di assicurare efficienza, economicità del servizio e armonizzazione degli interessi dei territori.
Un'impostazione che è stata riconfermata anche dalla Legge di Stabilità 2015, che è intervenuta a rafforzare il ruolo degli enti di governo d'ambito, stabilendo che le deliberazioni di tali soggetti siano regolarmente assunte senza che ci sia bisogno di ulteriori provvedimenti da parte degli enti locali che li compongono.
La Toscana può quindi contare su una legislazione coerente e adeguata al governo e alla gestione di servizi essenziali per le comunità e i territori.