GROSSETO - Barnard 68 è il titolo del nuovo videoclip firmato dal duo rap grossetano BBO & Madrock, che ha deciso di usare come singolare location l’ex ospedale psichiatrico di Volterra costruito a fine ‘800 e in completo stato di abbandono dal 1978.
Muri avvolti dalla vegetazione, lugubri corridoi fanno da sfondo alle note della canzone tutt’altro che allegra, 'Barnard 68’ è il titolo della canzone estratta dal cd ‘Ultimo anno di luce’ pubblicato in questi giorni per la casa discografica pisana Detox Record. La scelta del rapper BBO e del dj Madrock non è stata casuale, i locali dell’ex ospedale uno dei manicomi più grandi d'Italia con oltre 100 mila metri cubi di volume, sono da tempo fonte d’ispirazione per diversi artisti: nel libro ‘Centro d'Igiene Mentale. Un cantastorie fra i matti’ di Simone Cristicchi sono raccolte alcune lettere, ritrovate nelle cartelle cliniche dell'ex manicomio di Volterra. Da alcune di esse nascono i corti ‘Lettere dal Manicomio’, interpretate da Gigi Proietti, Claudia Pandolfi, Luca Lionello e dallo stesso Cristicchi. Anche se il più rappresentativo di tutti è sicuramente Oreste Fernando Nannetti, meglio noto con lo pseudonimo di NOF4, un ex paziente che durante la reclusione presso l'ospedale fu autore di un ciclo di graffiti considerati un capolavoro dell'Art Brut. I graffiti, che per larga parte sono ancora presenti nella struttura abbandonata, hanno per tema visionari racconti fantascientifici spesso incoerenti o di difficile interpretazione.
Proprio da qui BBO & Madrock ha scelto di trasmettere nel brano e nel video l’atmosfera claustrofobica che si respira e si respirava in quei corridoi enormi, la sofferenza alla quale per anni hanno assistito quelle stanze macabre e quelle scale raccapriccianti. L’atmosfera è quella di un film thriller, la musica e le parole, i ritmi e gli accenti della musica rap diventano strumento per non dimenticare il dolore delle migliaia di pazienti che hanno abitato quelle mura, per non dimenticare i drammi legati alla malattia mentale. Il titolo ‘Barnard 68’ è il nome di una nebulosa oscura della Via Lattea, proprio per sottolineare la paura del vuoto e del buio.