GROSSETO - Il concetto di legittima difesa è una sorta di autotutela che l’ordinamento giuridico italiano consente nel caso in cui insorga un pericolo imminente da intendersi ovviamente per se o per gli altri. Quando la difesa diventa legittima?
Non bisogna a questo punto confondere il concetto legittimo di difesa con la vendetta. Quest’ultima è un’azione che avviene dopo che la lesione è stata provocata, dopo che c’è stata l’aggressione.
Quindi si può parlare di legittima difesa solo quando si reagisce a detta aggressione, e tale reazione rappresenta l’unico rimedio possibile nell’immediato per evitare un’ingiusta offesa.
Detto questo, dobbiamo necessariamente avvicinarci alla realtà. Sicuramente colui, che subisce un’ingiusta offesa e che dopo vuol rendere il pan per focaccia, non è scusabile, giustificabile, anche se la reazione vendetta fa parte della natura.
In uno stato di diritto ci sono organi e strumenti deputati a ristabilire l’ordine e diciamo a compensare l’offesa patita ingiustamente.
Fino a qui sembrerebbe tutto fin troppo chiaro e di semplice gestione; la questione si complica e non di poco quando iniziamo a ragionare sul potenziale episodio dove io percepisco l’imminente e concreto pericolo.
Concreto quindi e non soltanto immaginario, significa che il pericolo di un’aggressione ingiusta, anche se personalmente non ravviso aggressioni che non lo siano, deve essere reale e non frutto di una mia immaginazione.
Provate a pensare a che cosa può passare per la mente di una persona che di notte, mentre sta dormendo dopo una giornata di lavoro sente rumori per casa oppure si vede un’ombra innanzi.
Il confine tra finzione e realtà è fin troppo sottile e sfido chiunque che non sia stato addestrato dalle forze speciali, a capire ed interpretare cosa sta accadendo.
Non voglio assolutamente entrare nel merito delle teorie psicologiche ma a me personalmente prenderebbe paura e tutto mi sembrerebbe pericolo. La mia reazione? Mi auguro di non sperimentarla mai, non sapendo cosa fare non riesco neppure a prevedere cosa sarà.
Nel rispetto della vita, che considero il valore più alto, una cosa mi sento di dirla però: chiunque entra, senza esserne stato invitato, in una casa non sua commette un’aggressione, una violazione, una violenza personale immane. Possiamo discutere quanto vogliamo sulla proporzionalità della mia reazione alla presunta, come qualcuno ha ancora il coraggio di sostenere, offesa io reagisco in preda al panico, perché sono una persona normale e quindi non addestrata a gestire incursioni come una macchina da guerra.