GROSSETO - "Invocare la presenza dell'esercito in città non può altro che essere una provocazione. Un atto di populismo mirato a solleticare gli istinti più bassi dei cittadini, così da raccogliere qualche voto in più.
Siamo convinti che la lotta alla criminalità passi dalla prevenzione. Da quel lavoro sui fattori sociali e ambientali che sono alla radice del problema. A questo deve poi aggiungersi un'attività di controllo centralizzato tramite gli organi di polizia preposti che possono e debbono essere potenziati, anche di notte (non a caso il M5s ha presentato una mozione che chiede pattugliamenti notturni della municipale).
Grosseto, così come tutte le altre città , dev'essere ripensata e riprogettata tenendo conto di alcuni aspetti chiave: pianificazione e ideazione di spazi urbani in grado di sottrarre spazio al crimine, ma anche nuove tecnologie per un approccio intelligente al fenomeno criminale.
Occorre impegnarsi nella gestione della città . Nei centri urbani in cui sorgono e si radicalizzano problemi di ordine sanitario, sociale o lavorativo, per esempio, si crea terreno fertile per fenomeni criminosi. La cura del territorio, oltre che delle persone e dei rapporti sociali, è dunque alla base di tutto. Serve la giusta manutenzione degli spazi pubblici, dell'illuminazione, degli arredi urbani. Un occhio particolare ai percorsi ciclabili e pedonali, alle piazze e agli altri luoghi di aggregazione. Perché là dove si "fa comunità " si sconfigge il degrado. Si sconfigge la deriva verso forme criminali di vita.
Una buona amministrazione comunale deve puntare sul riuso sociale e culturale del patrimonio pubblico, favorendo coesione qualitativa tra le persone e valorizzazione dei fenomeni d'inclusione sociale e non quelli d'isolamento. I legami sociali, appunto, quelli che sono alla base di una sana integrazione e responsabilizzano i cittadini verso la cosa comune. Altro che esercito in strada. Il problema è alla radice. Basta volerlo vedere".