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"Serve più coraggio", Confagricoltura non è soddisfatta della nuova Pac

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GROSSETO – Non è soddisfatto il presidente di Confagricoltura Grosseto, Anton Francesco Vivarelli Colonna, delle riforme apportate da Bruxelles alla Politica agricola comunitaria. Agricoltura ancora in secondo piano e mancanza di tutele per le imprese. In seguito all'incontro di giugno 2013 è stato approvato un pacchetto di regolamenti di riforma che dovranno essere recepite e applicate dagli stati membri della Comunità Europea, che dovranno a loro volta decidere come attuare numerosi aspetti della riforma. E' per informare delle novità riguardo a Pac e Psr che venerdì 25 ottobre (ore 10 all'hotel Granduca) è organizzato un incontro rivolto a tutti gli imprenditori agricoli del territorio, in cui interverrà tra gli altri il dottor Vincenzo Lenucci, di Confagricoltura Roma, esperto in maniera. Sarà un incontro non solo informativo, ma anche propositivo, in cui Vivarelli tornerà a sottolineare le sue posizioni.

I numeri "Mi aspettavo più coraggio dalle istituzioni europee per rilanciare l'agricoltura. Gli ultimi accordi confermano la riduzione del budget complessivo, con il taglio dei pagamenti diretti del 18% a causa del meccanismo della cosiddetta convergenza esterna. Ci sono settori che hanno acquisito maggiori fondi rispetto alla programmazione 2007-2013, altri invece ne sono usciti completamente indeboliti, come quelli riguardanti l'agricoltura". Tra questi il I e il II pilastro della Pac: il primo (pagamenti diretti e Ocm) passa da 336 miliardi a 277,8, con una riduzione del 17,5%. Il secondo (contributi e finanziamenti agli imprenditori per favorire lo sviluppo rurale) passa da 96 miliardi a 85, anche se la partita è stata chiusa in positivo perchè l'Italia ha avuto un extra bonus di 1,5 miliardi di euro in più. In totale una riduzione dell'11,3% dei fondi. "A questo si aggiunge – continua Vivarelli Colonna – il cattivo utilizzo che in passato è stato fatto dei fondi strutturali da parte degli enti locali e l'allargamento della Ue a paesi come Romania, Polonia, Ungheria che ha indotto alla sottrazione di una parte importante delle risorse". Nel 2011, per esempio, l'Italia ha versato 14,336 miliardi (su un totale di 129,4 di bilancio europeo) e ne sono tornati indietro solo 9,585, con stati come Francia, Spagna e Germania che hanno beneficiato di maggiori risorse rispetto al nostro paese. "In un momento in cui l'aumento di risorse agroalimentari si fa sempre più necessario, anche a causa dell'aumento della popolazione globale e della fame nel mondo, la politica economica europea continua a diminuire le risorse economiche da destinare all'agricoltura. Si sta assistendo a una vera e propria de-agricolturizzazione e stiamo subendo delle scelte imposte più dai paesi del nord, che non hanno un'economia basata sull'agricoltura come la nostra".

Cosa va bene e cosa no Il presidente di Confagricoltura si riferisce alla pratica del greening, che impone di bloccare una parte della superficie coltivabile per lasciare spazio a prati permanenti o a culture improduttive o del Capping, che impone un tetto massimo di contributi da erogare alle aziende, che va a discapito delle grandi aziende agricole, le più esposte alla crisi economica. Bene invece il superamento del metodo di calcolo dei pagamenti su base storica, che premia l'agricoltore attivo, cioè quello che percepisce almeno il 51% del suo reddito da attività agricola (anche se in Toscana almeno il 30% degli agricoltori iscritti a Confagricoltura non soddisfa questa condizione).
A breve l'Italia sarà chiamata quindi a decidere i metodi di applicazione delle nuove riforme e se farlo a livello nazionale o regionale, come suggerisce il presidente di Confagricoltura Grosseto. Tutti temi che saranno affrontati nell'incontro di venerdì prossimo.

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