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La crisi in Toscana? Si fa sentire. Ecco come cambiano gli stili di vita

Tutti i dati emersi dal rapporto stilato dall’Agenzia Regionale di Sanità

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FIRENZE - Reddito ridotto fino al 14% nell’arco di solo 5 anni. Dal 2007 al 2013, la depressione economica che sta interessando l’Italia, non ha risparmiato la Toscana. Anche il tasso di disoccupazione, che tocca quota  9% e riguarda il 22% della popolazione under 30, è aumentato, insieme al tasso di inattività occupazionale riferito a donne o giovani che non sono né in cerca di lavoro né, tantomeno, presentano l’intenzione di studiare.

E come sono cambiati gli stili di vita dei toscani di fronte alle difficoltà economiche? A questo ha risposto il rapporto "Crisi economica, stato di salute e ricorso ai servizi in Toscana” stilato dall’Agenzia Regionale di Sanità e che sarà presentato domani a Firenze in occasione del convegno dedicato agli effetti della crisi, sulla salute della popolazione toscana.

La situazione, infatti, non è per niente rosea: fino al 2010 gli ammortizzatori sociali sono riusciti ad attenuare la crisi, ma con la caduta del Pil regionale all’1,3% e la riduzione occupazione nel primo semestre 2013 di oltre 22 mila unità, gli effetti iniziano anche a ricadere sugli stili di vita assunti dai toscani.

Il carrello della spesa è sempre più misero di carne, pesce, frutta e latte, mentre aumenta l’acquisto e il consumo di ansiolitici, antidepressivi e alcolici, soprattutto tra i disoccupati che raggiungono consumi a rischio. Inoltre, alcuni gruppi di popolazione, più fragile da un punto di vista economica o sociale, si “confortano” assumendo alcol, stili di vita sedentari  o droghe. Ma questo non toglie comunque il fatto che in Toscana il numero dei tabagisti si sia ridotto, anche se cresce la vendita del tabacco trinciato e  sfuso. Un dato che indica come i fumatori si stiano  orientando verso soluzioni più economiche.

In tutto ciò la crisi sembra aver avuto anche dei lati positivi: l’utilizzo di mezzi privati si è notevolmente ridotto, come in tutta Italia, con un rilascio meno importante di emissioni inquinanti nell’ambiente e una diminuzione consistente degli incidenti stradali.

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