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"La tensione alla responsabilità detta la forma dell'opera": grande successo per il primo incontro di Lai Grosseto

Un incontro nato per favorire lo sviluppo del territorio e consentire la valorizzazione delle sue peculiarità

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GROSSETO - Si è svolto nella serata di mercoledì 4 dicembre, presso la sede dell'Hotel Granduca, il primo incontro organizzato da Lai: l'associazione grossetana, in collaborazione con Compagnia delle opere, è riuscita a coinvolgere un ottimo numero di elementi per approfondire e trasferire informazioni riguardo all'impostazione d'impresa e dell'opera sociale. All'incontro, che si è sviluppato attraverso una cena dopo l'apertura del Presidente Lai Luigi Galimberti e del Direttore Emiliano Coppetta, erano presenti numerosi imprenditori della Maremma che hanno poi seguito con attenzione la conferenza in streaming gestita da Scuola delle opere. Monica Poletto, presidente di Compagnia delle opere, ha aperto una serie di interventi incentrati sul tema della serata: il progetto "La tensione alla responsabilità detta la forma dell'opera" è stato un'occasione per favorire lo scambio di opinioni tra i presenti, e realizzare un dibattito costruttivo.

Una serata che ha favorito l'incontro del mondo imprenditoriale maremmano, e la condivisione di esperienze per creare una rete di conoscenze e di possibili collaborazioni.

Il tema di quest'anno sottolinea in modo specifico che le imprese e le opere sociali sono ambiti in cui la libera assunzione di responsabilità favorisce la crescita della persona, sia professionalmente sia umanamente, e crea al contempo le condizioni per uno sviluppo sociale ed economico più umano, più sostenibile e più utile al territorio. 

Questo l'intervento di Andrea Vergni, uno degli imprenditori presenti nella serata organizzata da Lai, rimasto impressionato positivamente dal convegno che si è sviluppato presso l'Hotel Granduca:

"Volevo ringraziarvi per l'occasione di ieri sera. A parte la ripresa delle straordinarie cose che sono state dette in video, vorrei condividere questa breve riflessione su quanto emerso dal dibattito che è seguito tra i tavoli. Pensavo, mentre sentivo parlare gli altri, che è vero, il nostro territorio è pieno di limiti e per starci davanti, o meglio per viverci dentro, innanzitutto da uomini - quindi da imprenditori e professionisti - non siamo chiamati né a soccombere a questo immobilismo né a far finta che esso non esista (perché c'è). Quello che mi saltava all'occhio, mentre si svolgeva la discussione è che al contrario non so se in tanti altri luoghi esista un gruppetto di imprenditori che molto liberamente si sia messo ad ascoltare testimonianze come quelle espresse ieri sera e che si sia paragonato su quanto indicato da Scholz, il cui contenuto sappiamo bene non esser qualcosa che riguarda appena aspetti organizzativi e manageriali delle imprese, ma il cuore che l'impresa mette in moto. Dunque, tornando a casa pensavo: il limite della Maremma c'è, ma posso dire che c'è qualcosa di più grande anche di questo: ovvero noi, che eravamo lì con quel desiderio. (forse non tutti abbiamo la coscienza di questo aspetto, ma ciò non significa che non sia così)".

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