Grosseto: Romano Luperini è uno dei massimi esponenti della critica letteraria italiana, professore di letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università di Siena e all'Università di Toronto (Canada). Oltre a dirigere riviste e collane, è anche autore di un gran numero di saggi di critica letteraria e di uno dei più usati manuali per le scuole.
Da sempre impegnato per un miglior raccordo fra università e scuola, è coautore del libro di testo La scrittura e l'interpretazione. Storia e antologia della letteratura italiana nel quadro della civiltà europea, uscito per la prima volta nel 1996 e oggi in uso in circa un quarto delle classi di letteratura dei licei.
E' stato militante e dirigente politico negli anni Settanta. Ha scritto i romanzi I salici sono piante acquatiche (Manni 2002) e L'età estrema (Sellerio 2008) altri lavori interessanti su Max e il comunismo.
il nuovo lavoro di Luperini si ambienta in una Pisa fra il febbraio 1968 e il gennaio 1969. Al ptempo Pisa era uno dei luoghi più significativi della rivolta giovanile europea.
Un viaggio nel raccontare l'atmosfera di quel Sessantotto, il ritmo degli avvenimenti, le occupazioni, gli scontri con la polizia, le discussioni politiche e i rapporti fra i sessi e ancora i contrasti generazionali, il romanzo di Romano Luperini sceglie di mescolare personaggi storici come Sofri, D'Alema, Fortini e altri di fantasia.
Il protagonista del libro è un giovane fra i ventitrè e i ventiquattro anni, che laureatosi da poco inizia a partecipare entusiasta e perplesso, fra slanci e dubbi, alle vicende di quei mesi.
Pubblico e privato, impegno militante e crisi esistenziali, gesta e amori si alternano in un vortice di avvenimenti che porta a una graduale evoluzione del movimento di lotta, che lascia presagire i tragici sviluppi degli anni Settanta, ponendo fine alla felicità e alla leggerezza iniziali. Giunti alla fine della storia, ci si rende conto di aver assistito al piccolo romanzo di formazione di un individuo, dentro al più grande romanzo di un paese e di una rivoluzione perennemente mancata.