GROSSETO - Sappiamo che nei cani gli istinti sono meccanismi innati, che attivano un comportamento immediato in grado di anticipare ogni tipo di ragionamento.
Alcuni cani sono soddisfatti con attività sportive, altri invece restano inerti, latenti, ripiegati e frustrati dalla mancanza di attività , ma pronti ad attivarsi in presenza di stimoli che spesso però li ingannano, disorientandoli, come ad esempio movimenti e suoni improvvisi o inconsueti ed odori allarmanti come il sangue.
Tutti aspetti che nulla hanno a che vede con l'istinto predatorio, tutt'altro. In queste situazioni, il cane si sente come una preda: uno stato che innesca una nevrosi capace di condizionare la mente e di confondere e proiettare l'amico a 4 zampe nella fase di allarme, ignorando la fase di allerta che gli consentirebbe di studiare meglio la situazione. In altre parole, la mente del cane "ripiega istintivamente" sbagliando l'azione e l'obiettivo.
Un altro aspetto da non sottovalutare, infatti, è il "ripiegamento istintivo silenzioso" che spesso non è avvertito dai proprietari poichè il cane ripiega con atteggiamenti minimali che col tempo possono esplodere in aggressività ingiustificata, autolesionismo o paure.
A sostegno di questo ci sono innumerevoli episodi di aggressioni mortali di cani verso gli umani.
Altri comportamenti molto diffusi, come la timidezza e l'ansia da separazione, portano alla stessa conclusione. Il cane che non comprende segnali semplici, come essere toccati da persone estranee, "ripiega" su comportamenti inadeguati come tremare, scappare, ringhiare.
Se l'educazione e l'addestramento sono indispensabili per una serena convivenza con l'uomo, sembra purtroppo dimostrato che non sempre il cane sia in grado di controllare gli istinti e le nevrosi, entrambi capaci di condizionare il comportamento.
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