GROSSETO - "Se provassimo a realizzare un sondaggio di opinione, non importa se a livello locale, nazionale o internazionale, sul futuro della Maremma, non esiste il minimo dubbio che la risposta vincente indicherebbe Il turismo. A parole, anche i politici e gli amministratori concordano nel ritenere il turismo la vera chiave in grado di aprire la porta della Maremma verso il futuro. Peccato, però, che, al di là delle belle parole, si vedano ben pochi fatti. Anzi, diciamola tutta: gli strateghi della politica maremmana non fanno sostanzialmente nulla a favore del turismo, e si appassionano invece ad attività nocive per il turismo stesso.
La realtà dei fatti - dichiara Michele Scola, presidente di Italia Nostra - è d’altro canto sotto gli occhi di tutti. Il turismo vive di bellezza dei paesaggi, d’arte, di cultura, ma anche di cose concrete come la bontà dei cibi, l’efficienza dei servizi, il benessere, la pulizia e l’igiene, la sicurezza personale e via elencando. Si può dire che lo sviluppo del turismo misuri il grado di progresso civile di una paese, o di una particolare regione. Ebbene, la Maremma offre un intero campionario di trascuratezze e di occasioni mancate.
Pensate, per esempio, al turismo termale, che, in una regione ricchissima di acque calde com’è la nostra, sarebbe una fonte di ricchezza, mentre invece, tranne poche eccezioni, è una risorsa inutilizzata da decenni. Andate a visitare le terme di Roselle nel loro desolante abbandono: si trovano alle porte di Grosseto, e se fossero adeguatamente valorizzate costituirebbero una preziosa risorsa per la città.
Pensate, per esempio, al turismo termale, che, in una regione ricchissima di acque calde com’è la nostra, sarebbe una fonte di ricchezza, mentre invece, tranne poche eccezioni, è una risorsa inutilizzata da decenni. Andate a visitare le terme di Roselle nel loro desolante abbandono: si trovano alle porte di Grosseto, e se fossero adeguatamente valorizzate costituirebbero una preziosa risorsa per la città.
Pensate al turismo culturale, ad esempio all’archeologia - prosegue Scola -, i siti etruschi sono abbandonati a se stessi, le celebri Vie Cave di Pitigliano, di Sorano e di Sovana stanno crollando, e lo stesso destino imperversa sugli imponenti scavi etruschi e romani di Roselle, afflitti senza soste da crolli che mettono in fuga i visitatori. E non si venga a dire che mancano i soldi: più che i soldi, manca da sempre la voglia di fare, manca la consapevolezza dell’importanza culturale ed anche economica di quei beni. Se gli americani avessero sul loro territorio tesori archeologici del genere, riuscirebbero ad attrarvi flussi turistici non inferiori a quelli delle cascate del Niagara. Noi siamo capaci solo di affiggere dei cartelli che avvertono i turisti, a scanso di responsabilità, che in quel posto c’è il pericolo di crolli, e dunque che i visitatori si levino di torno.
Le testimonianze del degrado - continua il presidente di Italia Nostra - nel quale i beni del territorio maremmano sono abbandonati non si contano, dalle mura medicee di Grosseto, un’inestimabile testimonianza del passato, lasciato nella sporcizia e nell’incuria, ai devastanti incendi nelle pinete costiere, dagli ecomostri urbanistici, all’insicurezza ormai imperante causata da un’immigrazione selvaggia da tempo fuori controllo, e purtroppo dedita anche ai furti, alla violenza e allo spaccio. L’immigrazione è un problema troppo serio per essere lasciato ai luoghi comuni dello spontaneismo e del buonismo suicida; la solidarietà è doverosa, ma per essere veramente tale deve fornire a coloro che hanno bisogno di aiuto possibilità di vita decorosa e non costringerli a vivere di espedienti, di furti e reati più o meno gravi.
Le testimonianze del degrado - continua il presidente di Italia Nostra - nel quale i beni del territorio maremmano sono abbandonati non si contano, dalle mura medicee di Grosseto, un’inestimabile testimonianza del passato, lasciato nella sporcizia e nell’incuria, ai devastanti incendi nelle pinete costiere, dagli ecomostri urbanistici, all’insicurezza ormai imperante causata da un’immigrazione selvaggia da tempo fuori controllo, e purtroppo dedita anche ai furti, alla violenza e allo spaccio. L’immigrazione è un problema troppo serio per essere lasciato ai luoghi comuni dello spontaneismo e del buonismo suicida; la solidarietà è doverosa, ma per essere veramente tale deve fornire a coloro che hanno bisogno di aiuto possibilità di vita decorosa e non costringerli a vivere di espedienti, di furti e reati più o meno gravi.
Ovviamente sarebbe ingiusto e sbagliato incolpare i soli governanti di tutte le opportunità di sviluppo turistico sostenibile che si sono perse nel corso degli anni. C’è anche in gioco, come fattore negativo, una diffusa insensibilità civica da parte di larghi strati della popolazione, che continuano a premiare con i propri voti una classe politica scarsamente dedita al bene comune, e interessata invece a cogliere ogni pretesto per autoassolversi, per incensarsi e far valere i propri interessi.
Grottesco, a questo proposito, è stato l’entusiastico clamore con cui è stata accolta una riduttiva classifica di attrazioni turistiche mondiali elaborata dal quotidiano inglese The Guardian, nella quale si poneva la Maremma al 29° posto su un totale di 40 siti mondiali. A sostegno di questa classificazione, il giornale inglese citava l’impianto vitivinicolo di Rocca di Frassinello progettato da Renzo Piano, l’albergo a 5 stelle L’Andana di Castiglione, il porto di Scarlino di Ferragamo e una locanda chic di Capalbio. Nonostante si tratti di nicchie turistiche pregevoli, ma comunque riservate a pochi dandies, dunque ininfluenti sul bilancio turistico generale, e nonostante siano tutte iniziative generate da interventi esterni alla realtà imprenditoriale maremmana, si è sollevato un generale e trionfalistico coro auto-adulatorio: “Ecco finalmente riconosciuti, da gente che se ne intende, i nostri valori e i nostri meriti”.
Peccato che nessuno si sia ricordato un articolo apparso nel settembre del 2011 sul quotidiano americano The Washington Post, nel quale si segnalavano all’attenzione dei dandies internazionali la solita Rocca di Frassinello di Renzo Piano e la solita Andana di Castiglione. Entrambi gli articoli, dunque, rappresentano iniziative a carattere promozionale indubbiamente utili per la Maremma, ma che di certo non sono da prendere quali attestazioni di merito nelle politiche di gestione turistica del territorio.
Molto più meritoria, da parte dei nostri amministratori, sarebbe la rinuncia alla proliferazione degli impianti a biomasse e a biogas, alle perforazioni per la ricerca di idrocarburi fra i vigneti e gli oliveti, alle pale eoliche, alla geotermia selvaggia, al fotovoltaico a terra, agli sconvolgimenti ambientali di un’autostrada inutile, ai veleni del mega-inceneritore di Scarlino, a due passi dalle spiagge di Follonica, e infine, dulcis in fundo, alla mega discarica delle Strillaie, a due passi da Grosseto e dal Parco dell’Uccellina, capace di ingoiare montagne di rifiuti provenienti da tutta Italia.
Grottesco, a questo proposito, è stato l’entusiastico clamore con cui è stata accolta una riduttiva classifica di attrazioni turistiche mondiali elaborata dal quotidiano inglese The Guardian, nella quale si poneva la Maremma al 29° posto su un totale di 40 siti mondiali. A sostegno di questa classificazione, il giornale inglese citava l’impianto vitivinicolo di Rocca di Frassinello progettato da Renzo Piano, l’albergo a 5 stelle L’Andana di Castiglione, il porto di Scarlino di Ferragamo e una locanda chic di Capalbio. Nonostante si tratti di nicchie turistiche pregevoli, ma comunque riservate a pochi dandies, dunque ininfluenti sul bilancio turistico generale, e nonostante siano tutte iniziative generate da interventi esterni alla realtà imprenditoriale maremmana, si è sollevato un generale e trionfalistico coro auto-adulatorio: “Ecco finalmente riconosciuti, da gente che se ne intende, i nostri valori e i nostri meriti”.
Peccato che nessuno si sia ricordato un articolo apparso nel settembre del 2011 sul quotidiano americano The Washington Post, nel quale si segnalavano all’attenzione dei dandies internazionali la solita Rocca di Frassinello di Renzo Piano e la solita Andana di Castiglione. Entrambi gli articoli, dunque, rappresentano iniziative a carattere promozionale indubbiamente utili per la Maremma, ma che di certo non sono da prendere quali attestazioni di merito nelle politiche di gestione turistica del territorio.
Molto più meritoria, da parte dei nostri amministratori, sarebbe la rinuncia alla proliferazione degli impianti a biomasse e a biogas, alle perforazioni per la ricerca di idrocarburi fra i vigneti e gli oliveti, alle pale eoliche, alla geotermia selvaggia, al fotovoltaico a terra, agli sconvolgimenti ambientali di un’autostrada inutile, ai veleni del mega-inceneritore di Scarlino, a due passi dalle spiagge di Follonica, e infine, dulcis in fundo, alla mega discarica delle Strillaie, a due passi da Grosseto e dal Parco dell’Uccellina, capace di ingoiare montagne di rifiuti provenienti da tutta Italia.
Sapete come si chiama la società che gestisce la discarica delle Strillaie? Futura Spa. E’ questo il futuro per la Maremma che hanno fisso in mente i nostri amministratori pubblici? Per quale arcana ragione - conclude infine Scola - i nostri governanti, invece di appassionarsi alle potenzialità inestimabili delle bellezze maremmane, si dedicano con tanto fervore alla realizzazione di costose, colossali, bombe ecologiche?".