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Anteas e Ronda della Carità: un sodalizio in aiuto dei più deboli

Anche il Comune a fianco delle due associazioni di solidarietà

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GROSSETO - L'aggravarsi della crisi economica continua a far crescere il numero dei poveri e delle persone in difficoltà: anche la città di Grosseto, in un momento disastroso dal punto di vista del benessere sociale, si ritrova a fare i conti con un livello di disagio sempre più evidente. In un contesto così complicato, con conseguenze sempre più drammatiche per le famiglie, due associazioni si sono unite per aiutare i più bisognosi: Anteas e Ronda della Carità, attraverso aiuti umanitari concreti, si stanno rivelando un prezioso punto di riferimento per i più deboli. "Senza di loro - commenta il sindaco Emilio Bonifazi - non saremmo in grado di fronteggiare quella che al giorno d'oggi assume sempre di più i contorni di un'emergenza: da parte nostra, oltre a mettere a disposizione locali per dare un tetto temporaneo a chi non ce l'ha, abbiamo formalizzato un accordo con la Casmt per poter sfruttare il cibo non distribuito nelle mense scolastiche. Portiamo avanti con grande partecipazione quello che per noi è un dovere morale, ovvero cercare di affiancare tutte le persone in grado di fare la vera solidarietà.

Le due associazioni, oltre a garantire insieme al Coeso il servizio del dormitorio collocato in Via de Amicis, annoverano tra le attività più note quella della distribuzione del cibo: per due volte alla settimana, attraverso il grande impegno dei volontari, Anteas e Ronda effettuano dei giri in città per consegnare alimenti alle persone in difficoltà. Insieme ai generi alimentari, vengono offerti anche indumenti e coperte per far fronte all'emergenza freddo. Il giro, effettuato nelle serate in cui la Caritas non offre il servizio della cena, si sviluppa da Via della Pace e si ramifica attraverso le zone principali della città: dal Sacro Cuore al Cottolengo, da Via Ximenes alle Poste Centrali e terminando la propria corsa presso la stazione. Il banco alimentare gioca un ruolo importante in questo contesto di aiuto, ma le donazioni dei cittadini (non tanto di natura economica, quanto di alimenti donati da locali come bar, pizzerie e ristoranti) rappresentano un punto di riferimento sempre più decisivo in questa lotta alla povertà.

Gianfranco Benigni, presidente Anteas, evidenzia la crescita esponenziale di persone bisognose di aiuto: “Nel 1995, quando iniziammo il giro di solidarietà per la città, avevamo una richiesta che si aggirava intorno alle 5-6 unità desiderose di un conforto. Adesso, a distanza di quasi vent’anni, le persone in difficoltà superano i 60 elementi. Il nostro aiuto, oltre a quello su strada, si espande anche alle famiglie che dispongono di un’abitazione ma che fanno fatica a reperire i generi alimentari: abbiamo deciso di realizzare dei pacchi famiglia, consegnati direttamente a casa per evitare la mortificazione di attendere per strada, che dispongono di pasta, tonno, latte, pane, legumi e acqua. Anteas, che noi definiamo un “segretariato sociale leggero”, si occupa anche di molte altre difficoltà per le famiglie come l’accesso ai servizi, nei rapporti con le istituzioni pubbliche e le aziende di servizio.”

Massimo Nannini, presidente della Ronda della Carità, sottolinea l’importanza sociale dell’associazione: “Ci sono molti nomi per definire queste persone in difficoltà: dal francese clochard al più comune barbone, passando per il classico “senza tetto” o il più “affettuoso” amico della strada. A me piace definirli “compagni di strada”, senza nessun riferimento politico: un compagno viene definito tale quando puoi dividere il pane con lui, e questa è la nostra missione. Ci piace conoscere le storie di queste persone, riuscire a capire quali siano le motivazioni che hanno dirottato il loro percorso di vita verso la strada. Il nostro obiettivo, oltre ad un aiuto immediato in termini di bisogni concreti, è quello di poterlo inserire nella società attuale magari attraverso un lavoro od un impiego socialmente utile”.

Alberto Castagnini, operatore di strada Coeso, punta il dito verso la stazione di Grosseto: “Come sappiamo, dal punto di vista storico, la stazione rappresenta da sempre una sorta di microcosmo capace di concentrare un numero importante di persone prive di una fissa dimora. Comprendiamo le difficoltà di chi lavora in queste realtà, e per intervenire in maniera diretta siamo in attesa di una risposta da parte di Ferrovie dello Stato: in molte città della Toscana, con Grosseto al momento esclusa, sono stati istituiti degli Help Center in grado di poter gestire le emergenze quotidiane che si verificano in stazione. Questo ufficio, al momento assente nella nostra città, presenta tutte le caratteristiche per riportare ordine nella nostra stazione ferroviaria".

 

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